La guardia di Finanza di Reggio Calabria e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata, con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia, hanno dato esecuzione alla confisca di un ingente patrimonio di beni dal valore complessivo di oltre 124 milioni di euro. La confisca è stata eseguita nei confronti di quattro imprenditori indiziati di essere collegati alla cosca Piromalli di Gioia Tauro.

Tra i beni sequestrati ci sono: quattro società di capitali e relativo patrimonio aziendale, una impresa individuale e relativo patrimonio aziendale, quote societarie relative a sei società di capitali, 67 fabbricati, 91 terreni, sette autoveicoli, venti rapporti bancari/assicurativi, quattro orologi di pregio e denaro contante. I destinatari del provvedimento di confisca emergono dalle indagini svolte nell’ambito delle operazioni “Ceralacca”, “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront” condotte dal Gico di Reggio Calabria e dallo Scico, che hanno portato all’esecuzione di provvedimenti restrittivi di natura personale e provvedimenti cautelari reali.

A conclusione di tali investigazioni veniva accertata la sussistenza di una significativa sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare dei proposti. La confisca si inserisce in una più ampia strategia di aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, con l’obiettivo di arginare l’infiltrazione della malavita nella sana imprenditoria.

Il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra ha commentato l’operazione con entusiasmo: «Se ci pensate nella sola mattinata di oggi oltre un quarto di miliardo di euro è stato progressivamente incamerato dallo Stato democratico, a dimostrazione che combattere le mafie porterebbe grandissimo vantaggio economico e finanziario! Questo è il vero Recovery Fund».

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