- La foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sorridenti uno accanto all’altro, scatta da Tony Gentile nel 1992 è diventata un’icona, tanto che la Zecca dello stato l’ha riprodotto sulle monete da 2 euro.
- L’immagine ha anche un valore simbolico inestimabile per i magistrati: non c’è palazzo di giustizia dove non campeggino i volti dei due giudici ritratti poco prima della morte.
- Ma per qualcuno il valore della fotografia passa inesorabilmente a zero. Per chi? Per chi l’ha scattata, il reporter che quella sera si aggirava nell’antico palazzo del quartiere della Kalsa per catturare un momento. I giudici hanno decretato che i diritti non gli spettano perché non è una “opera fotografica”, qualunque cosa voglia dire.
Per ciò che riesce a mostrare una foto può valere anche più di mille parole. Ma non sempre è così, perché a volte una foto serve anche a nascondere o a confondere. Prendiamone una famosa, quella di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sorridenti uno accanto all’altro nella sala di un palazzo nobiliare di Palermo la sera del 27 marzo 1992, qualche mese prima della loro morte. Icona di un’idea di stato e di giustizia, è diventata in questi tre decenni l’immagine più potente contro ogni mafia.



