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Raccolta firme online per referendum e progetti di legge: la privacy che manca

LaPresse
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  • Il Garante privacy ha espresso un parere negativo sullo schema di dpcm relativo alla raccolta firme online per proposte di legge d’iniziativa popolare e referendum. Le criticità emerse sono tante e tali da rendere il provvedimento inidoneo a regolare tali istituti di democrazia diretta.
  • Nella raccolta di firme, il dpcm prevede l’intervento di un soggetto ulteriore rispetto a quelli indicati dalla legge: il gestore della piattaforma, ossia una persona giuridica oggi indeterminata, che andrà individuata dalla presidenza del Consiglio, che pure dovrebbe restare estranea al processo.
  • Qualcuno reputa che la privacy, e il Garante, sia un ostacolo all’azione pubblica. Ma l’ostacolo è creato da chi elabora norme prive delle tutele necessarie, complicandone l’approvazione. Una raccolta di firme online senza garanzie idonee non rafforza diritti e libertà, bensì li affievolisce, a causa dei maggiori rischi connessi al loro esercizio.

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