Il narcos di Castellammare di Stabia aveva contatti con l’alleanza di Secondigliano. nel 2016 erano stati ritrovati a casa dei suoi genitori due quadri di Vincent van Gogh, “La Marina di Scheveningen” e “La Congregazione che esce dalla Chiesa Riformata di Nuene”
ll boss camorrista Raffaele Imperiale dopo la latitanza a Dubai è in carcere: venerdì, fa sapere in una nota stampa il capo della procura di Napoli Gianni Melillo, è atterrato a Roma con un volo di Stato.
Imperiale, detto “Lelluccio Ferrarelle” perché passato dal commercio d’acqua minerale al traffico internazionale di stupefacenti, è un narcos originario di Castellammare di Stabia, con una rete di pedine sparsa per l’Europa che gli garantiva investimenti e il riciclaggio del denaro. Quest’estate è sato arrestato negli Emirati Arabi, e il 26 marzo una volta giunto in Italia è stato interrogato e messo in carcere, dove dovrà scontare la pena di 5 anni e 10 mesi.
La storia
Imperiale era tra i latitanti più ricercati, secondo solo a Matteo Messina Denaro. Nato a Castellammare di Stabia 47 anni fa, Imperiale ha costruito negli anni una rete internazionale di trafficanti di droga, in particolare di cocaina sudamericana.
L’attività di brokeraggio e il rapporto d’affari con la camorra risalgono ai primi anni 2000: Imperiale era in contatto con il clan Di Lauro e l’Alleanza di Secondigliano. Soprattutto il rapporto con i Di Lauro si è fatto sempre più solido con il passare degli anni, resistendo anche alle divisioni del clan.
Imperiale è noto anche per quello che ha lasciato dietro di sè dopo la fuga. A casa dei suoi genitori nel rione Annunziatella nel 2016 erano stati ritrovati due quadri di Vincent van Gogh, “La Marina di Scheveningen” e “La Congregazione che esce dalla Chiesa Riformata di Nuene”.
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