Procura di Milano e Guardia di finanza non mollano la presa su Abdilgafar ‘Fali’ Ramadani, il super-agente calcistico di origine macedone che negli anni ha raggiunto una caratura internazionale grazie alla gestione di molti talenti – in gran parte di nazionalità slava - tra i quali anche qualche italiano di valore come Federico Chiesa, l'attaccante della Juventus messo fuori gioco un paio di mesi fa da un brutto infortunio. Ramadani, com'è noto, è indagato dallo scorso anno con l'accusa di aver evaso il fisco italiano e aver autoriciclato quelle somme di denaro. Per questo motivo nei mesi scorsi il nucleo valutario della Gdf aveva già fatto una serie di acquisizioni di documentazione presso 11 società calcistiche italiane e presso il suo collega Pietro Chiodi, che lo assiste negli affari italiani e che risulta anche lui indagato nella stessa inchiesta, ma con l'accusa di riciclaggio.

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Secondo quanto risulta a Domani, però, anche il super-agente è stato oggetto di una perquisizione lampo nei giorni scorsi, quando di passaggio a Milano è stato intercettato dai finanzieri, nell’hotel di lusso dove soggiornava. La Gdf ha sequestrato il suo materiale informatico che potrebbe essere zeppo di segreti dell'ambiente calcistico europeo che conta, visto il livello delle sue operazioni. Solo gli esiti della copia forense del suo materiale potranno confermare se vi sono elementi utili alle indagini italiane. E forse anche per quelle spagnole, dato che l'agente è indagato anche lì e la procura italiana è in attesa di carte che dovrebbero arrivare anche dal Paese iberico.

L’inchiesta italiana

Come raccontato da Domani in un altro articolo sul super-agente (pubblicato il 7 marzo), la procura di Milano indaga da mesi sugli affari di Ramadani. In particolare, a richiamare i sospetti è stato il mutamento di stile operativo nel mercato italiano, dove dal 2020 la società di Fali Ramadani smette di operare in modo diretto sul mercato italiano. Fino al 2019 il nome dell’agenzia irlandese Primus Sports Consultancy Limited risulta nel registro provvisorio degli agenti sportivi presso la Federazione italiana gioco calcio (Figc), un elenco cui sia le persone fisiche che le persone giuridiche devono iscriversi anno per anno.

Nell’anno solare 2019 la Primus risulta presente in due transazioni, condotte dal suo agente Pedro Alberto Pereira Barbosa. Che è un portoghese dalla storia originale. Nella stagione 2015-16 ha lavorato nella Fiorentina dei Della Valle come responsabile dello scouting estero. Ma dopo avere sciolto il vincolo con la società viola è passato a fare l’agente con Lian Sports, l’agenzia fondata da Ramadani e successivamente passata sotto il cappello della Primus. E da agente Pereira ha incassato laute commissioni dalla Fiorentina dopo esserne stato stipendiato.

Così è stato nel 2018 e si ripete nel 2019, quando una delle due transazioni concluse da Primus riguarda il passaggio in viola di tal Toni Fruk, un carneade croato che è uno fra i tanti esuberi scaricati da Ramadani all’acuto Pantaleo Corvino, allora responsabile del mercato per la società viola. L’altra transazione registrata a nome della Primus e di Pedro Pereira riguarda il passaggio di un altro calciatore croato, il centrocampista Marko Rog, dal Napoli al Cagliari. Il trasferimento di Rog avviene secondo la formula del prestito oneroso per la prima stagione (2 milioni di euro), con riscatto fissato a 15 milioni di euro per la stagione successiva. Ma proprio a margine di questo trasferimento si registra la prima anomalia. Che, secondo l’ipotesi investigativa presente nelle carte della Guardia di Finanza, lette da Domani, sarebbe traccia di un sistema messo in piedi da Ramadani per eludere il fisco italiano.

Chiodi e gli altri

Succede infatti che il registro Figc dia conto di un’altra intermediazione relativa al passaggio di Rog (che, va ricordato, è assistito dalla Lian Sports di Ramadani) al Cagliari. Risulta che nell’affare entri e venga pagato anche l’agente italiano Pietro Chiodi, titolare della Pietro Chiodi Soccer Management S.r.l., agenzia con sede a Roma fatta oggetto di perquisizione lo scorso 13 dicembre.

Come gli stessi inquirenti mettono in evidenza, fra Chiodi e Ramadani esiste un rapporto di collaborazione consolidato negli anni. E quel rapporto viene ulteriormente rafforzato quando, a partire dal 2020, Ramadani e la Primus smettono di operare direttamente sul mercato italiano per affidarsi a altri soggetti, regolarmente iscritti al registro provvisorio Figc, per la gestione dei trasferimenti di propri assistiti all’interno del mercato italiano. Fra questi soggetti spicca proprio Chiodi, che dal canto suo proprio di recente ha inaugurato una società al 50 per cento con Francesco Totti (la Coach Consulting Srl) per gestire carriere di allenatori. L’agente romano interviene, durante l’anno solare 2020, in due importanti trasferimenti di calciatori gestiti da Lian Sports: quello di Miralem Pjanic da Juventus a Barcellona (ammontare della transazione, 60 milioni di euro) e quello di Diego Demme dal Rasenballsport Lipsia al Napoli (ammontare della transazione, 10,25 milioni di euro).

Le cronache giornalistiche di quei giorni parlano apertamente del ruolo fondamentale giocato da Fali Ramadani nella conclusione di entrambi i trasferimenti, eppure è Chiodi a risultare come intermediario italiano per le due trattative. E a questo titolo emette fatture alle due società italiane: due fatture da 610mila euro ciascuna alla Juventus, ammortizzate per metà dall’emissione di una nota di credito da altrettanti 610mila euro, e tre fatture al Napoli per complessivi 1.365.810 euro. Dal canto suo, come risulta dalle carte, anche Primus emette fatture nei confronti delle due società (per 718.055,40 euro al Napoli e per 305mila euro alla Juventus). E infine, agli inquirenti risulta che Primus abbia emesso nei confronti della Pietro Chiodi Soccer Management, tra giugno e novembre 2020, una serie di fatture per complessivi 2.467.218,20 euro.

La difesa di Chiodi

In attesa che l'inchiesta della procura di Milano si chiuda, l’agente romano prova a difendersi dalle accuse di riciclaggio del denaro proveniente dalla presunta evasione fiscale di Fali Ramadani. Gli investigatori sono partiti con l'analisi di tre operazioni condotte tra il 2019 e il 2020 (Rog, Pjanic e Demme) per poi cercare di comprendere meglio il rapporto tra i flussi di denaro milionari tra i due procuratori, specchio del loro legame lavorativo. Chiodi ha affidato la sua linea difensiva a una memoria nella quale sono analizzati tutti i trasferimenti ritenuti sospetti sia da un punto di vista finanziario sia da quello fiscale e tributario. Il testo della memoria arriva alla conclusione che Chiodi non riceva somme di provenienza illecita da Ramadani. E che quindi non possa essere il riciclatore di quest'ultimo.

Ma allora perché un giocatore come Pjanic, che pacificamente è gestito da Ramadani, ha bisogno anche di Chiodi per spostarsi al Barcellona? È sempre il procuratore romano a spiegarlo: Ramadani non è più abilitato a intermediare trasferimenti in Italia e deve quindi appoggiarsi a Chiodi (o al altri agenti abilitati in Italia) per tutte le firme e incombenze del caso. Quest'ultimo che viene pagato dalle società per il servizio e poi gira parte del compenso al collega titolare esclusivo della gestione dei diritti. In effetti la Guardia di Finanza ha evidenziato questo passaggio di denaro in due tempi, che dalle società di calcio va a Ramadani dopo essere passato per il conto della Pietro Chiodi Soccer Management.

Ci  sono anche dei flussi che dall'estero tornano all'agente romano? Lui sostiene di no, ma le indagini sono ancora in corso. I finanzieri, peraltro, attendono l'arrivo anche di carte dalla Spagna che potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulle reali finalità dei tanti rivoli di denaro che si muovono vorticosamente intorno alle società di Ramadani. Ma ci vorrà tempo.

Gli altri alleati italiani

Per operare in Italia nonostante la mancata iscrizione al registro provvisorio Figc, Ramadani si è affidato non soltanto a Pietro Chiodi. Che è stato l’unico a subire un provvedimento di perquisizione perché è il solo italiano con società che ha sede legale in Italia.

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Gli altri sono stranieri abilitati a operare in Italia o italiani con società che ha sede legale all’estero. Tutti quanti hanno intermediato trasferimenti o rinnovi di contratto riguardanti calciatori gestiti da Lian Sports e emesso fatture alle società italiane. La rete è davvero globale. Ne fa parte il ceco Viktor Kolar, che intermediava per conto di Ramadani già nel 2019, quando Primus era ancora iscritta al registro Figc. Kolar ha lavorato per i trasferimenti in prestito degli attaccanti croati Ante Rebic dall’Eintracht Francoforte al Milan e Nikola Kalinic dall’Atlético Madrid all’Hellas Verona. Rispetto a queste due intermediazioni non sono riportate cifre fatturate alle due società per l’intermediazione.

Cifre che invece sono indicate nel caso delle intermediazioni condotte dall’agente croato Tomislav Erceg, che fino a qualche tempo fa era in forza alla Lian Sports di Ramadani ma nel 2020 risultava titolare della Promotio Victorum D.O.O., società che ha intermediato il trasferimento in via definitiva di Kalinic all’Hellas Verona e per questo ha emesso una fattura da 305mila euro alla società gialloblu. Si sa anche quanto ha percepito Alessandro Pellegrini, l’agente che gestisce, fra gli altri, l’allenatore Maurizio Sarri, il cui passaggio alla Juventus nell’estate del 2019 è stato possibile anche grazie alla mediazione di Ramadani.

Pellegrini ha intermediato a settembre 2020 il trasferimento, con l’iniziale formula del prestito, di Federico Chiesa (altro calciatore di scuderia Lian Sports) da Fiorentina a Juventus, e tramite la società AM Procure Sportive Sagl (sede legale a Solduno, Canton Ticino) ha emesso fattura alla società bianconera per 150mila euro.

E infine c’è il bulgaro Plamen Peychev, titolare dell’agenzia PMRS Management EODD. Che a settembre 2020 ha intermediato il trasferimento in via definitiva di Ante Rebic al Milan (fattura da 854mila euro per la società rossonera) e il rinnovo contrattuale di Samir Handanovic con l’Inter (fattura da 244mila euro per la società nerazzurra). E a proposito di quest’ultima trama bulgara nella rete globale di Fali Ramadani, desta curiosità che il super-agente macedone non si sia affidato alla FI Agency Consulting Limited, agenzia fondata nel 2012 con sede a Sofia di cui il super-agente è socio al 50 per cento. L’altra metà è detenuta da Nikolaj Andreev Ishkov, personaggio poliedrico: attore, produttore cinematografico, uomo d’affari, ex presidente del club calcistico dello Spartak Varna. Evidentemente il super-agente ha deciso di sperimentare altre piste bulgare. Ma adesso quella italiana gli risulta particolarmente insidiosa.

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