La Guardia di finanza di Reggio Calabria ha dato esecuzione alla confisca di un importante patrimonio nei confronti di un imprenditore reggino indiziato di contiguità alle cosche Piromalli e Zagari-Fazzalari. Le due ‘ndrine sono attive nel mandamento tirrenico della ‘ndrangheta reggina. I finanzieri, con la coordinazione della Dda hanno confiscato tredici società di capitali e relativo patrimonio aziendale, undici beni immobili (terreni e fabbricati, tra cui una villa di pregio), un autoveicolo, dodici orologi di noti marchi e svariate disponibilità finanziarie (rapporti bancari e assicurativi) per un valore complessivo di oltre 212 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore Domenico Gallo classe 1956.

Gallo è stato definito da un collaboratore di giustizia come il «miliardario del bitume» e secondo gli inquirenti negli anni è riuscito a tessere relazioni con esponenti della ‘ndrangheta, della Pubblica Amministrazione e faccendieri che gli hanno consentito di assicurarsi l’esecuzione di grandi opere pubbliche. Già dalle informative della Polizia del 1985 Gallo veniva definito «emergente elemento di spicco della nuova alleanza tra imprenditoria mafiosa e mondo politico-amministrativo a livello locale e nazionale». Inoltre, a conferma delle ipotesi degli inquirenti, il nome di Domenico Gallo emerge in altre operazioni antimafia condotte nella regione. Il provvedimento, oltre alla confisca di un ingente patrimonio che non era stato aggredito dalle precedenti inchieste, prevede anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per cinque anni.

«Maxi confisca per 212 milioni di euro ad un imprenditore considerato prossimo alla 'ndrangheta e detto il ‘Re del bitume’! E qualcuno (Renzi!) ha innescato questa crisi per i 300 milioni annui di risparmi ottenuti dall'accesso al Mes sanitario, ma la cosa più divertente è che ci sia chi ci crede!» così ha commentato l’operazione il presidente della commissione antimafia Nicola Morra.

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