La regione Lombardia è il caso più clamoroso. Tra il 6 dicembre e la settimana appena conclusa, ha annunciato la creazione di ben 1.800 nuovi posti letto destinati a malati Covid-19, tra aree mediche e terapie intensive.

È come se, in meno di un mese, la regione fosse riuscita a costruire un intero ospedale esclusivamente dedicato al Covid, oppure quattro nuove strutture soltanto parzialmente dedicate a occuparsi della malattia.

«Ovviamente non è andata così - spiega Matteo Villa, capo dell’analisi dei dati dell’Ispi - Si tratta di risorse già esistenti che sono semplicemente state “girate” sul Covid-19».

Ma grazie a questo accorgimento, perfettamente lecito, la regione può ritardare l’ingresso in zona gialla e l'introduzione di nuove restrizioni, che arrivano automaticamente non appena i reparti Covid iniziano a riempirsi.

La regione Lombardia non è l’unica ad adottare questa strategia e questo non è l’unico “trucco” usato dalle regioni per evitare le temute chiusure. A pagarne il prezzo, però, sono i cittadini in generale e chi si ammala di altre patologie e rischia di trovare gli ospedali senza più posti.

Regole e trucchi

Lorenz Nowak, head physician of the Clinic for Intensive Care Medicine, treats a COVID-19 patient in the ICU of the Asklepios Clinic, in Gauting, Germany, Friday, Nov. 19, 2021. The head of Germany’s disease control agency said Friday that the country has entered into a “nationwide state of emergency” because of surging coronavirus infections. The head of the Robert Koch Institute said regular medical care cannot be guaranteed anymore in some parts of the country because hospitals and intensive care wards are overstretched. (Matthias Balk/dpa via AP) Lorenz Nowak, head physician of the Clinic for Intensive Care Medicine, treats a COVID-19 patient in the ICU of the Asklepios Clinic, in Gauting, Germany, Friday, Nov. 19, 2021. The head of Germany’s disease control agency said Friday that the country has entered into a “nationwide state of emergency” because of surging coronavirus infections. The head of the Robert Koch Institute said regular medical care cannot be guaranteed anymore in some parts of the country because hospitals and intensive care wards are overstretched. (Matthias Balk/dpa via AP)

La disponibilità di posti letto per malati Covid-19 è uno dei fattori più importanti per determinare la gravità dell'epidemia, soprattutto ora che i vaccini proteggono migliaia di persone dalle conseguenze più gravi del virus.

Se i reparti si riempiono di persone contagiate dal coronavirus, infatti, lo spazio per le altre patologie si riduce, causando problemi a lungo termine alla popolazione.

Inoltre, quando terminano i posti disponibili in terapia intensiva, i malati più gravi non possono essere intubati e si rischia di far morire persone che altrimenti avrebbero potuto essere salvate.

Per questa ragione, a partire da luglio, l'occupazione di posti letto è diventato uno degli elementi chiave per determinare il passaggio di colore di una regione. Con il 10 per cento dei posti in terapia intensiva occupati da malati Covid-19 e il 15 per cento di quelli in area medica, è sufficiente un’incidenza settimanale superiore ai 250mila casi ogni centomila abitanti per finire in zona gialla.

Soprattutto in periodo di feste, nessun vuole correre questo rischio. E così, da settimane, assistiamo in tutta Italia alla moltiplicazione dei posti letto. Di nuovo.

Il conto è semplice. Tra agosto ed oggi i posti letto in area medica comunicati dalle regioni sono passati da 55mila a oltre 60mila: praticamente tre grossi ospedali esclusivamente dedicati al Covid-19.

Ancora più notevole l'aumento delle terapie intensive.Alla fine dell’ottobre 2020, con gli ospedali già passati dalla prova della prima ondata e pronti all’inizio della seconda, i posti letto disponibili comunicati dalle regioni erano poco più di 7mila. Oggi sono passati a oltre 9mila e continuano a crescere.

Ma un posto in terapia intensiva non è semplicemente un letto con un ventilatore. È una macchina complessa, che richiede la supervisione di un medico anestesista e la presenza costante di infermieri specializzati.

In teoria, a partire dallo scorso luglio, le regioni possono comunicare un aumento di posti disponibili in terapia intensiva solo se questi ultimi non vengono sottratti ad altri reparti: in altre parole, solo se si trova un modo di aumentare il personale. 

Ma i letti disponibili continuano ad aumentare, anche se le figure che dovrebbero gestirli restano costanti. L’ultima in ordine di tempo è stata l'Emilia-Romagna, che tra agosto e oggi ha aumentato i letti disponibili di 129 unità.

Sgombrare le corsie

A patient has a blood oxygen metering device to a finger in the COVID-19 section of the University Clinical Centre hospital in Banja Luka, Bosnia, Thursday, Nov. 4, 2021. (AP Photo)

Per evitare la zona gialla si possono “aumentare” i posti letto oppure si possono liberare quelli occupati il più in fretta possibile. Ad agosto, quando l’Italia è stata attraversata da un mini-picco di contagi, diverse regioni hanno chiesto insistentemente a medici e dirigenti di accelerare l'uscita dei pazienti dalle corsie.

Una circolare diffusa dalla regione Sicilia chiedeva di «assicurare un corretto turnover dei soggetti ricoverati per non sovraccaricare le strutture». Stessa richiesta è stata fatta anche in Liguria, dove il presidente della regione Giovanni Toti ha inviato diversi messaggi in una chat condivisa con i direttori sanitari degli ospedali regionali. «Cerchiamo di tenere il turnover più alto possibile – scriveva Toti – Cerchiamo di scaricare più possibile».

Sono accorgimenti che in certe circostanze possono avere un senso. Al picco di un’ondata, quando ci si aspetta a breve una riduzione dei ricoveri, aumentare la disponibilità di posti Covid a discapito degli altri per un breve periodo può servire a evitare l'effetto psicologico di finire in zona rossa.
«Ma se cominciamo a fare così ora che siamo in zona bianca – si chiede Villa –Quante migliaia posti finiremo per riservare al Covid? Per quanto tempo?». 
E, viene da aggiungere, a quale prezzo per la popolazione?

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