Mentre cresce la diffusione della nuova variante più contagiosa del coronavirus, iI Regno Unito ha deciso di utilizzare metodi alternativi e non ancora sperimentati per vaccinare il maggior numero possibile di persone nel più breve tempo possibile. Nel resto d’Europa e in Italia, dove la nuova variante non ha ancora fatto una comparsa massiccia, i governi continuano invece a muoversi lentamente, mentre si accumulano sempre più dubbi sulla quantità di vaccini acquistati dalla Commissione Europea per conto degli stati membri che sarà effettivamente disponibile a partire dall’anno prossimo.

La situazione nel Regno Unito

La nuova variante del coronavirus, chiamata B117, è al momento prevalente nel sud est del Regno Unito e tra i giovani, ma si sta rapidamente diffondendo nel resto del paese e sta risalendo la piramide delle età. Secondo gli studi più recenti, probabilmente soppianterà completamente la vecchia variante nelle prossime settimane.

Secondo gli studi preliminari, la B117 non è più letale, ma si diffondere circa il 50 per cento più in fretta, il che la rende persino più pericolosa rispetto a una variante che aumenta “soltanto” la letalità.

Secondo la maggioranza degli esperti, l’attuale picco di contagi nel Regno Unito sarebbe influenzato dalla diffusione di questa nuova variante e dalla sua contagiosità. Da circa due settimane, il nuovo di nuovi casi nel paese è iniziato a crescere in modo esponenziale e negli ultimi giorni ha regolarmente superato i 50mila. Si tratta di una situazione nella quale potrebbero presto trovarsi anche l’Italia e il resto d’Europa.

Vaccini e soluzioni disperate

Oltre a nuove misure di contenimento e distanziamento, il governo britannico ha deciso di accelerare in ogni modo la campagna di vaccinazione. Questa strategia ha prodotto alcuni risultati: il Regno Unito oggi è il terzo paese al mondo per numero di vaccinati, l’1,5 per cento della popolazione, ma i metodi scelti per ottenere questo risultato sono stati messi in discussione da una parte della comunità scientifica.

Le autorità farmaceutiche del paese, ad esempio, sono state le più rapide ad approvare i primi due vaccini candidati (Pfizer e AstraZeneca) e per questo si sono guadagnate non poche critiche di aver agito in modo sbrigativo. L’approvazione del vaccino AstraZeneca, che ha incontrato parecchi problemi nella fase di sviluppo, è stata particolarmente presa di mira.

Con il peggioramento dell’epidemia a fine dicembre, il governo ha deciso questa settimana di ricorrere a soluzioni estreme per garantire il numero più alto di vaccinazioni. Ad esempio, le linee guida ufficiali per la somministrazione del vaccino prevedono di utilizzare tutte le dosi di vaccino disponibili come prima delle due dosi di cui si compone il trattamento, anche se in alcuni casi questa scelta potrebbe far slittare la seconda iniezione dalle quattro settimane raccomandate dalle aziende farmaceutiche fino a dodici.

Inoltre, il governo ha fatto sapere che tra la prima e la seconda iniezione i vaccini potrebbero essere cambiati. Significa che, ad esempio, qualcuno potrebbe ricevere una prima dose di vaccino Pfizer e una seconda di vaccino AstraZeneca. Lo scopo di queste due misure è quello di utilizzare i vaccini attualmente disponibili per dare un qualche tipo di immunità alla quantità più elevata di persone, mettendo in secondo piano per il momento lo sviluppo di immunità più forte e di maggiore durata (che viene assicurata dalla seconda iniezione). Al momento non esistono studi che dimostrino conseguenze di un simile mix di vaccini.

L’Europa e l’Italia

L’Unione Europa intanto procede più lentamente. Quasi tutti i governi si preparano a rimandare la sospensione delle misure restrittive fissata per l’inizio di gennaio, ma la campagna vaccinale procede con maggiori difficoltà. La Germania, uno dei paesi più avanzati, ha vaccinato soltanto lo 0,2 per cento della popolazione. In Italia, è stato vaccinato solo lo 0,08.

Tra le ragioni di questa lentezza ci sono ritardi e rallentamenti dovuti al periodo di ferie, ma anche la scarsità di vaccini disponibili: poche centinaia di migliaia per ciascuno stato membro. Al momento, le autorità europee hanno approvato soltanto il vaccino prodotto da Pfizer-Biontech, ma le due aziende hanno fatto sapere che non saranno in grado da sole di rifornire tutta l’Unione Europea.

La scorsa settimana, un portavoce del ministero della Salute tedesco aveva detto che il governo aveva firmato un accordo bilaterale con Biontech per acquistare, ma in realtà il contratto non è ancora stato firmato (e al momento sembra difficile che possa esserlo nel breve periodo).

A gennaio, l’Ema, l’autorità farmaceutica dell’Unione Europea, dovrebbe approvare il vaccino prodotto da Moderna, ma la Commissione Europea non ha acquistato sufficienti dosi dall’azienda per rovesciare la situazione.

Un significativo miglioramento potrebbe arrivare con l’approvazione del vaccino AstraZeneca, ma a causa dei problemi che il farmaco ha avuto durante la fase di sviluppo, l’Ema ha chiesto ulteriori documenti all’azienda e ha rimandato l’approvazione a dopo gennaio.

L’aumento di nuovi casi che si sta già verificando rischia di rallentare ulteriormente la campagna vaccinale e il rischio ora, è quello di non riuscire a vaccinare il 60-70 per cento della popolazione entro l’autunno, una condizione ritenuta necessaria per non dover trascorrere un secondo inverno con le limitazioni attualmente in vigore.

 

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