C’è un’indagine a Cagliari e una a Tirana nei quali compare lo stesso nome. È quello di Arben Gjata, classe 1960, da otto anni rettore dell’università di Medicina della capitale albanese. In Italia compare nelle carte nell’ambito dell’inchiesta su una presunta laurea in medicina concessa dall’ateneo al presidente della regione Sardegna, Christian Solinas. In patria, invece, è finito in un’indagine riguardante un appalto pubblico dal valore di cento milioni di euro.

L’inchiesta albanese

Da mesi la nuova procura anticrimine e anticorruzione albanese (Spak), sta indagando su una concessione pubblica di dieci anni per la sterilizzazione degli apparecchi chirurgici monouso del centro ospedaliero-universitario Madre Teresa (Qsut) di cui Gjata è anche primario.

Ad aggiudicarsi la gara, otto anni fa, era stata la SaniService, di cui Ilir Rrapaj è il principale azionista insieme alla sua società Investital llc. I media albanesi scrivono che fin dall’inizio ci sono stati diversi dubbi sull’appalto. A insospettire gli inquirenti c’era il fatto che Rrapaj aveva fondato la società a Pristina, in Kosovo, e da anni viveva in Umbria dove gestiva una piccola impresa edile.

In passato è già stata condotta un’inchiesta sulla gara d’appalto ma nel 2016 l’accusa aveva dichiarato che il contratto di sterilizzazione non conteneva elementi penali e ha deciso quindi di archiviare il caso. Tuttavia, dopo tre anni, le indagini sono state riaperte. E questa volta sono state affidate alla Spak, un’organismo di cui il paese si è dovuto dotare per contrastare l’alto livello di corruzione e uniformare la normativa nazionale a quella dell’Unione europea per accelerare il processo di adesione.

Le indagini hanno portato, la scorsa estate, all’arresto di quattro persone, tra cui: l’ex viceministro della Sanità, Klodian Rrjepaj, l’imprenditore Ilir Rrapaj (accusato di frode) e altri due funzionari.

Tra i coinvolti nell’indagine c’è, appunto, anche il rettore Arben Gjata che, insieme ad altre persone, ha l’ordine di comparire per due volte al mese davanti alla Spak per rispondere alle domande degli inquirenti. Gjata è accusato di falsificazione di documenti.

Nelle scorse settimane il rettore è stato anche oggetto delle manifestazioni degli studenti della sua università che hanno protestato contro un provvedimento del governo che impone ai medici neolaureati di lavorare almeno per i primi cinque anni in Albania, senza dare loro l’opportunità di lasciare il paese. Una misura fortemente criticata dalle giovani generazioni che accusano Gjata di aver avallato passivamente la scelta del governo.

Il caso italiano

Il nome di Gjata ricorre anche in un’altra inchiesta, quella aperta dalla procura di Cagliari sul caso della laurea ad honoris in medicina del presidente della regione, Christian Solinas, e sua una sua docenza presso l’università di Medicina di Tirana. Gli inquirenti stanno cercando di capire se la laurea e le lezioni siano legate a una nomina di peso in regione, quella del professore Roberto Raimondi, che è in ottimi rapporti con il rettore. Secondo l’accusa, quest’ultimo avrebbe fatto da intermediario tra Solinas e l’università albanese ed è attualmente indagato.

Gjata ha smentito categoricamente i fatti e ha anche inviato una lettera di proteste all’ambasciata italiana a Tirana. L’intenzione del testo è quella di smentire «una notizia falsa che è stata riportata dai media italiani ed albanesi relativamente al conferimento del suddetto titolo onorifico e di una docenza presso il nostro ateneo al signor Christian Solinas, presidente della regione Sardegna».

«Tale denunzia e smentita è doverosa non soltanto ad onore del vero ma anche in difesa della reputazione compromessa dell’ateneo che è stato tacciato di alta corruzione – prosegue Gjata – in quanto, nei servizi mediatici nazionali italiani ed albanesi dedicati a tale accaduto insussistente, si riporta come motivo del conferimento della laurea “dottor honoris causa” l’accoglimento di richieste di favoritismi, certamente irregolari ed inaccettabili, da parte dell’ateneo di un precedente docente italiano assunto nel personale pedagogico esterno nel nostro ateneo, il professor Roberto Raimondi, ledendo anche la sua reputazione».

Solinas è coinvolto anche in un secondo filone d’inchiesta riguardante una compravendita immobiliare e di alcuni terreni a Capoterra. Al momento è indagato per corruzione e riciclaggio. In attesa dell’esito delle indagini, è già iniziato il percorso verso le prossime elezioni regionali. che si dovranno tenere tra fine gennaio e inizio marzo. Solinas, esponente dalla Lega, punta a una ricandidatura ma tra lui e il suo obiettivo c’è di mezzo Fratelli d’Italia che ha alcuna intenzione di confermarlo.

© Riproduzione riservata