Il ministro della Salute, Roberto Speranza venerdì ha firmato l’ordinanza che previsto il cambio di regime di restrizioni anti Covid-19 di cinque regioni in base ai nuovi dati sulla situazione epidemiologica nei territori. Il provvedimento sarà in vigore da oggi, domenica 29 novembre. Lombardia, Piemonte e Calabria passano da zone rosse a zone arancioni. Sicilia e Liguria passeranno invece da zone arancioni a zone gialle.

La seconda Ordinanza, firmata anch’essa il 27 novembre, ha rinnovato le misure restrittive vigenti disposte con il provvedimento del 13 novembre scorso per le Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche, che restano in zona arancione, e per le Regioni Campania e Toscana, che restano in zona rossa.

Le ordinanze resteranno in vigore fino al 3 dicembre 2020.

Di nuovo aperte

Sicilia e Liguria con il nuovo stato rivedono perciò l’apertura dei ristoranti al pubblico fino alle 18 e la didattica a distanza sarà effettuata dalla terza media in poi. Inoltre ci si potrà di nuovo spostare da un comune all’altro e le regioni potranno essere raggiunte da chi abita nelle altre zone gialle, ovvero Trento, Veneto, Lazio, Molise e Sardegna.

Una situazione che nonostante la soddisfazione dei presidenti di regione ha messo in allarme i governi locali. In Sicilia si teme il ritorno degli assembramenti. Il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, ha messo in guardia: «Il passaggio della Sicilia alla zona gialla non è un liberi tutti. È, semmai, il richiamo a una maggiore responsabilità, sia per noi che la governiamo e sia per la comunità isolana tutta». Dopo aver firmato l'ordinanza per adeguare le attuali restrizioni alla nuova classificazione, ha detto: «Dobbiamo approfittare di questa piccola apertura - prosegue - per dimostrare di sapere mantenere una condotta improntata a cautela e prudenza. Del resto, abbiamo davanti a noi il mese di dicembre che possiamo e dobbiamo vivere con serenità, se sapremo essere presenti a noi stessi, ai nostri compiti, rispettosi delle regole che questa maledetta epidemia impone a ciascuno di noi».

Per Natale è ancora tutto da vedere. Salvo Cocina, direttore generale della protezione civile siciliana, ha detto a Domani: «Il problema non è l’apertura delle attività produttive, ma il comportamento dei cittadini, che agevola la circolazione del virus. Speriamo che non si vedano gli assembramenti che si sono visti a mare o nelle vie dello shopping». La situazione «potrebbe preoccuparci». Per quanto riguarda le ipotesi dei rientri natalizi e delle feste «confidiamo nella responsabilità dei nostri cittadini, si vedrà. In questi giorni ci sarà un monitoraggio per capire come reagirà la popolazione».

Il Dpcm di Natale è atteso il 3 dicembre «Ma le restrizioni – ricorda Cocina – possono essere variate in qualunque momento».

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