A Tor Bella Monaca, quartiere di Roma, si spara in pieno giorno. Nella sparatoria è rimasta ferita un'anziana signora. «Una paura mai provata, ero a pochi decine di metri dagli spari, li ho sentiti, ne sono stati esplosi almeno due nel conflitto a fuoco», racconta una passante che si trovava poco distante dal luogo della sparatoria. Ha sentito, ma non ha visto.

La polizia ha già bloccato un soggetto e nelle telecamere di sorveglianza, raccontano gli abitanti della zona, si vedrebbe la signora colpita di striscio che avrebbe provato, dopo essere stata colpita, a scagliarsi contro il criminale. Per fortuna non ha riportato conseguenze gravi. Una lite tra due uomini sarebbe sfociata in una sparatoria, uno dei colpi avrebbe ferito la signora che si trovava nei paraggi vicino a un'edicola, la strada, via Amico Aspertini, era abbastanza affollata.

Mentre le forze dell'ordine proseguono le indagini, i fatti dimostrano, ancora una volta, la disponibilità e diffusione di armi da fuoco in un territorio, quello di Tor Bella Monaca, dove c'è un'alta densita criminale e diverse zone di spaccio. Un quartiere dove, però, iniziative e impegno di associazioni e cittadini provano a reagire al potere criminale. Un potere criminale che si fonda anche sulla disponibilità e uso di armi da guerra e comuni.

Nel recente rapporto sulla criminalità nel Lazio, elaborato dall'osservatorio regionale, si riporta la divisione del territorio e gli interessi per il lucroso traffico della droga: «Tor Bella Monaca rappresenta una delle realtà criminali più composite in quel contesto territoriale in cui operano diversi gruppi criminali che dopo una fase di scontro durata alcuni anni sta vivendo una fase di “pacificazione” tra le diverse fazioni criminali. Infatti, nel contesto di Tor Bella Monaca si è assistito negli anni passati ad un conflitto “a bassa intensità” tra il gruppo Cordaro alleato con la famiglia Sparapano e il gruppo federato Grillà-Crescenzi meglio conosciuto come gruppo Giardinetti». Una pacificazione dopo anni di scontri, consumati con sparatorie, omicidi e agguati.

I Cordaro alleati con gli Sparapano sono vicini agli Esposito, famiglia camorristica napoletana e in buoni rapporti anche con la batteria di Roma nord, guidata dal boss della droga Fabrizio Piscitelli, ucciso in un agguato il 7 agosto del 2019. Ottimi rapporti anche con il re del narcotraffico Michele Senese. Ogni piazza di spaccio costruisce consenso e adesione sociale, grazie a figure minori, come vedette, pali che contribuiscono al business e ne dividono, anche se in minima parte gli utili.

«Un pusher può prendere trecento euro mentre uno che gestisce una piazza anche mille euro. La vedetta si porta a casa anche cento euro al giorno. A Roma dipende da come cresci e dove cresci, alla fine ti subentra il fascino di entrare in quel sistema e non ti riprendi più. Io c'ho campato per anni», racconta a Domani chi ha gestito una piazza di spaccio, in quelle zone, e oggi sconta un residuo di pena.

Proprio oggi la Guardia di finanza, a Tor Bella Monaca, ha fermato un giovane, 25 anni, durante un controllo. In auto aveva la droga nascosta sotto al cambio e tre pistole semi-automatiche (una Beretta 98FS, una Walther e una Beretta 92 Bruni) – di cui due con matricola abrasa e la terza risultata rubata nel 2016 ad Ascoli Piceno – oltre a 220 cartucce di vario calibro, una custodia per il trasporto di un fucile d’assalto, un passamontagna, 197 dosi di marijuana e cocaina, bilancini di precisione e altro materiale per il confezionamento. L'hanno arrestato per traffico di stupefacenti e detenzioni armi e munizioni da guerra. La guerra a bassa intensità nella città capitale del narcotraffico.

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