Ora è ufficiale. Il consiglio di Rosarno è stato sciolto e sospeso dopo le dimissioni del sindaco Giuseppe Idà e dei dieci consiglieri di maggioranza. Con un decreto il prefetto Massimo Mariani ha disposto la sospensione e la nomina di Antonio Reppucci come commissario per la provvisoria amministrazione dell'ente, con i poteri spettanti al consiglio, alla giunta e al sindaco.

Nei giorni scorsi, lo stesso prefetto Mariani ha disposto l'accesso all'ente locale per svolgere accertamenti e verificare la sussistenza di eventuali forme di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso o similare.

Il sindaco Idà era stato arrestato a gennaio nell'ambito dell’indagine "Faust" coordinata dalla Dda con l'accusa di avere accettato la promessa di voti dalla cosca Pisano in cambio dell’assegnazione dell’assessorato ai lavori pubblici o un altro incarico di prestigio al consigliere comunale Domenico Scriva.

Dopo l’arresto il tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha revocato i domiciliari sostituendoli con il divieto di dimora a Rosarno.
«Pur nella consapevolezza della mia assoluta estraneità ai fatti indecorosi che mi vengono contestati – ha scritto Idà nella lettera di dimissioni – ritengo opportuno che la cittadinanza sappia che ho interpretato il ruolo di sindaco con abnegazione, con generosità e con sacrificio; e non ho mai, in nessun momento ed in nessuna circostanza, perseguito interessi diversi da quelli del bene pubblico, insieme ai consiglieri ed assessori che mi hanno accompagnato in questa esperienza amministrativa». 

«L'unico rammarico – ha aggiunto il sindaco – è quello di chi è stato ingiustamente privato della libertà per la sola 'colpa' di essersi impegnato per il proprio 'paese'».

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