È stato arrestato con l’accusa di spionaggio Evan Gershkovich, corrispondente del Wall Street Journal in Russia. Il giornalista è stato fermato a Ekaterinburg e ora rischia fino a 20 anni di carcere: il dipartimento investigativo dei Servizi segreti russi (Fsb) ha aperto un procedimento penale ai sensi dell'articolo 276 del Codice penale della Federazione russa. 

Classe 1991, Gershkovich copre per il Wsj Russia, Ucraina e i paesi dell'ex Unione sovietica. In precedenza, aveva lavorato per l'agenzia Afp e per il Moscow Times oltre ad aver collaborato con il New York Times.

Secondo l'Fsb, su istruzioni degli Stati Uniti, Gershkovich avrebbe raccolto informazioni che costituiscono un segreto di Stato «sulle attività di una delle imprese del complesso militare-industriale russo».

Il comunicato del giornale

Il Wall Street Journal ha «smentito con veemenza» le accuse di spionaggio mosse da Mosca nei confronti del suo giornalista Gershkovich, arrestato in Russia. «Il Wall Street Journal respinge con veemenza le accuse dei servizi di sicurezza russi e chiede l'immediato rilascio di Evan Gershkovich, un giornalista affidabile e coscienzioso» ha dichiarato il giornale in un comunicato. «Siamo solidali con Evan e la sua famiglia. Il Wall Street Journal è profondamente preoccupato per la sicurezza di Evan Gershkovich».

Secondo il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, il giornalista è stato colto sul fatto: «C'è già una dichiarazione del Servizio di sicurezza federale, non abbiamo nulla da aggiungere qui. L'unica cosa che posso dire è che, per quanto ne sappiamo, è stato colto in flagrante» ha detto Peskov in risposta a una domanda se Mosca avrebbe cooperato con le agenzie di intelligence americane su questo caso.

Peskov ha sottolineato di non conoscere i dettagli. Quando gli è stato chiesto di chiarire cosa significhi detenzione in flagrante, il portavoce ha affermato: «No, non posso chiarire, non possiedo i dettagli. Ripeto ancora una volta: questa è una prerogativa dei servizi speciali, che stanno combattendo contro le spie».

Uno scambio di prigionieri, come è accaduto nel caso di Brittney Griner, liberata dopo dieci mesi in una prigione russa, non sembra previsto per il momento. La questione «non è ancora sul tavolo» ha detto il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.

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