il fascicolo della procura di milano

Safari Sarajevo, il testimone: «Mio fratello ucciso da un cecchino in un giorno di tregua»

Amel e Džemil Hodžić a Sarajevo FOTO ARCHIVIO Džemil Hodžić
Amel e Džemil Hodžić a Sarajevo FOTO ARCHIVIO Džemil Hodžić
Amel e Džemil Hodžić a Sarajevo FOTO ARCHIVIO Džemil Hodžić

Era il 3 maggio del 1995 quando Amel Hodžić, 15 anni, è stato ucciso mentre giocava nel cortile di casa sua nel centro della capitale bosniaca. L’omicidio è rimasto impunito. Il racconto del fratello Džemil, che nel 2019 ha avviato un progetto sulle vittime della città assediata: «Sarei pronto a collaborare con gli inquirenti italiani»

Proseguono le indagini della procura di Milano sui cecchini italiani che durante l’assedio di Sarajevo tra il 1992 e il 1996 sparavano ai civili inermi. Tra le prede preferite della “caccia” c’erano bambini e giovani uomini: uccisi senza pietà da “tiratori turistici” che per farlo pagavano le truppe serbe. In quegli anni a perdere la vita è stato anche Amel Hodžić, morto ammazzato il 3 maggio del 1995 nel cortile di casa sua, nel centro della capitale bosniaca, in un giorno di tregua. Aveva solo

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