La giudice Gerardina Romaniello ha ascoltato per 8 ore il principale indagato dell’inchiesta che ha terremotato il comune di Salerno nei giorni scorsi.

Fiorenzo, detto Vittorio, Zoccola, il ras delle cooperative arrestato per associazione a delinquere finalizzata a diversi reati contro la pubblica amministrazione, è stato interrogato in carcere e ha risposto alle domande dei magistrati. Il verbale è stato secretato. 

Zoccola ha fatto incetta di affidamenti e proroghe, lavori milionari per la manutenzione del verde pubblico, in cambio di voti e pacchetti di preferenze. Nell’indagine è finito ai domiciliari anche il consigliere regionale, deluchiano doc, e ancora assessore comunale in carica Nino Savastano.

Si aprono crepe nel sistema politico che Vincenzo De Luca, presidente della regione, ha messo in piedi da quando, nel 1993, è diventato sindaco di Salerno, rimasto informalmente primo cittadino anche quando, dal 2015, è diventato presidente della Campania.

Sistema

La giudice Gerardina Romaniello, nell’ordinanza di arresto, scrive di commesse pubbliche gestite «in modo illegale, per favorire un gruppo imprenditoriale (facente capo a Zoccola), con la complicità di funzionari pubblici e titolari di cariche pubbliche, per soddisfare interessi personali (economici ed elettorali)».

Dal 2002 gli affidamenti del comune di Salerno relativi alla manutenzione del verde pubblico erano viziati da profili di illegittimità, favorendo sempre la galassia di cooperative riconducibili a Zoccola.

Nelle carte spuntano anche i riferimenti a De Luca, elementi di interesse investigativo e oggetto di esame nell’interrogatorio reso ai magistrati da Zoccola. L’interrogatorio è stato secretato. In particolare a imbarazzare il presidente di regione è una cena che ha avuto, nel febbraio 2020, proprio con Fiorenzo Zoccola e gli altri rappresentanti delle cooperative, tutte riconducibili al dominus delle coop.

L’indagine ricostruisce quei giorni che precedono e seguono quella cena, datata 16 febbraio 2020. Il consigliere regionale del Pd Franco Picarone, non indagato, pochi giorni prima parla con Zoccola in vista dell'incontro che avrà con De Luca.

Gli inquirenti riportano la telefonata e commentano: «L’uomo politico (Picarone) compulsava i rappresentanti di cooperative sociali, in particolare Zoccola ad “attivarsi” nel corso dell’incontro» per definire «la questione della gara, lasciando intendere che la situazione dovesse risolversi prima delle elezioni amministrative regionali», si legge nell’ordinanza.

A tavola con De Luca

La cena si tiene Il 16 febbraio 2020 al ristorante del golfo, a Salerno. Gli uomini della squadra mobile sono nei pressi del ristorante, nella zona del porto, per verificare quanto emerso dalle conversazioni telefoniche. All’incontro, infatti, partecipa anche il presidente della regione Vincenzo De Luca. A che titolo? Parlano veramente di gare e in che modo? Mettendole in relazione alla campagna elettorale e alla raccolta di voti?

Domande alle quali, contattato il suo staff, De Luca non ha voluto rispondere, ma che sono oggetto di approfondimento investigativo. Le parole di Zoccola potrebbero indurre gli inquirenti a rivedere la posizione di Vincenzo De Luca che al momento non risulta indagato. Parole che potrebbero anche chiarire la completa estraneità di De Luca da quel sottobosco che si muoveva attorno a gare e voti.

Ma il consigliere arrestato, il sindaco indagato, la cena, le indicazioni presunte di voto, i funzionari comunali indagati sono segnali pesanti di un sistema che inizia a vacillare.

Zoccola è difeso dall’avvocato Michele Sarno che alle ultime elezioni amministrative era candidato sindaco per il centrodestra, battuto dal primo cittadino uscente Enzo Napoli, definito il secondo cittadino, visto che sulla tolda di comando c’è sempre De Luca. 

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