C’è anche una cena con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, tra gli atti della procura di Salerno. Il giudice, su richiesta della procura, ha disposto i domiciliari per Savastano. Indagato il sindaco Enzo Napoli. Nel febbraio 2020 il ras delle cooperative Fiorenzo Zoccola, che con le 8 cooperative a lui riconducibili faceva incetta di affidamenti diretti, svolge un’attività di incontri e contatti febbrili. Il sistema costruito grazie alla compiacenza di funzionari e politici, voti e utilità in cambio dei lavori al suo impero cooperativo, rischia di subire uno stop.

Il bando

È stato pubblicato il bando di gara ad evidenza pubblica per l'assegnazione dei lavori di manutenzione del patrimonio cittadino. La cordata imprenditoriale, al centro delle indagini, è preoccupata «per l'imminente scadenza del primo affidamento del servizio alle cooperative» e lavora «per precostituire clausole e condizioni che potessero garantire il mantenimento dello status quo». Così Zoccola muove i canali politici. Dalle intercettazioni appare evidente, da una parte la pretesa impunità dei coinvolti, e dall'altra «il rapporto privilegiato di interlocuzione intercorrente tra Fiorenzo Zoccola e l'apparato amministrativo del comune di Salerno».

Tra questi c'è Luca Castelli, direttore del settore ambiente del comune, oggi in pensione, ma consulente dell'ente. Castelli è finito ai domiciliari insieme a Savastano, deluchiano doc, già assessore comunale ai servizi sociali, arrestato per corruzione elettorale, avrebbe ottenuto voti per le regionali in cambio della continuazione del sistema di concessioni e affidamenti.

Il consigliere regionale Nino Savastano

L’incontro con De Luca

Zoccola, però incontra anche il mentore di Savastano, Vincenzo De Luca, allora presidente uscente della regione e in corsa per la riconferma. De Luca non è indagato, ma gli investigatori documentano la cena con il ras delle cooperative. È il 16 febbraio 2020 quando Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, insieme ai rappresentati delle cooperative organizza una cena alla quale partecipa l'ospite d'eccezione, il presidente della regione, già sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca.

La fattura rinvenuta durante la perquisizione offre qualche dettaglio aggiuntivo. Il costo della cena è di 650 euro al ristorante del Golfo, pagata dalla cooperativa Terza dimensione. Passano i mesi e i contatti continuano con Savastano, l'uomo di fiducia delle cooperative. Dalle intercettazioni emerge, scrivono gli inquirenti, «una contropartita che ancora una volta, Zoccola attribuisce alle direttive dello stesso governatore, narrando di aver manifestato apertamente le proprie esigenze in ordine all'affidamento delle commesse pubbliche del comune di Salerno». La contropartita è elettorale visto che ci sono le regionali.

Al telefono con un componente delle cooperative, Zoccola spiega: «l'alto giorno gli mandai (gli feci consegnare sempre a De Luca) una lettera di quattro fogli da Peppe Polverino e dopo averla letta ha bestemmiato tutti i santi, a maria vergine, il bambino gesù, poi ha chiamato a Marotta e al sindaco e li ha fatti una munnezza (e adesso) stanno vedendo di risolvere il problema me lo ha confermato Polverino». De Luca non è indagato, ma è ripetutamente citato nell'ordinanza di custodia cautelare. Zoccola intensifica i contatti con personaggi pubblici e con politici a seguito dell'esecuzione di un decreto di perquisizione, nel giugno 2020, a pochi mesi dalle elezioni. «Febbrile attività di contatti, colloqui e riunioni (…) finalizzata alla conservazione dello status quo». Nino Savastano, all'epoca assessore comunale, candidato con la lista di De Luca alle regionali, è la soluzione ai problemi. Il patto, secondo l'inchiesta coordinata dal procuratore Giuseppe Borrelli, è la cessione da parte di Savastano della propria funzione ai voleri di Zoccola in cambio dei voti.

Dopo l’elezione

A novembre, due mesi dopo la vittoria di De Luca e l'elezione di Savastano, Zoccola chiama Giuseppe Polverino, autista e collaboratore del presidente della regione. Zoccola chiede conferma sull'eventuale contatto tra Savastano e il presidente De Luca per i fatti riguardanti le cooperativa. L'autista di De Luca dice: «lo chiamasse (a De Luca) lui (Savastano) direttamente, tanto ha il suo numero di telefono». Alla fine di frequenti contatti e intercettazioni, Zoccola ottiene quello per il quale si era mosso: l'adozione della delibera di proroga. Il sistema degli affidamenti è salvo grazie alla politica, ma ora è travolto dall'inchiesta della magistratura con Zoccola in carcere e i suoi referenti ai domiciliari.

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