Sanità privatizzata a Catanzaro, sequestro di nove milioni di euro e undici indagati. Tra loro anche i fedelissimi di Occhiuto

Gestione illecita delle procedure delle liste d'attesa del reparto di Oculistica dell'ospedale Renato Dulbecco di Catanzaro, indebita percezione di emolumenti stipendiali non dovuti, appropriazione di beni pubblici per fini privati. Condotte, quelle descritte dai giudici contabili della Calabria, realizzate da personale medico e infermieristico. Dottori e operatori sanitari che in altre parole avrebbero privatizzato il servizio pubblico, causando un vero e proprio danno erariale. A finire sotto la lente della Corte dei Conti, che ha disposto un decreto di sequestro conservativo per oltre nove milioni di euro su beni immobili e mobili dell’azienda ospedaliera del capoluogo calabrese, ci sono anche nomi d’eccellenza. Per esempio, il primario di Anestesia a Cosenza, Andrea Bruni, molto legato al governatore forzista Roberto Occhiuto, e, ancora, il medico Eugenio Garofalo. Classe 1987, Bruni nel 2024 era stato nominato consulente della Regione Calabria, successivamente confermato consulente esterno personale del presidente Occhiuto per le attività della Conferenza Stato-Regioni (incarico con scadenza al 31 dicembre 2025) e nominato primario all’ospedale Annunziata di Cosenza. Alta velocità, sanità e indagini: tutte le fake news di Occhiuto Garofalo, invece, pure lui classe 1987, è anestesista rianimatore: il professionista ricopriva un incarico di fondamentale importanza, era presidente componente del Comitato Etico Centrale della regione Calabria. A Bruni, in particolare, i giudici contabili contestano un danno di circa 357mila euro. A Garofalo quello di 463 mila euro. A loro e alle altre 9 persone coinvolte nell’inchiesta i magistrati della Corte dei Conti di Catanzaro imputano una serie di comportamenti illeciti. Tra questi «interventi chirurgici su pazienti previamente visitati a pagamento durante lo svolgimento dell’attività extra-istituzionale privata, garantendo loro un trattamento “privilegiato” rispetto ai pazienti ambulatoriali regolari", aggirando le liste d'attesa ufficiali e ledendo i principi di trasparenza ed equità dell'assistenza sanitaria pubblica, nonché utilizzando integralmente per tali interventi chirurgici risorse dell'Azienda Ospedaliera». Nel mirino degli inquirenti sono finite anche le attività del primario Vincenzo Scorcia e di Maria Battaglia, Laura Logozzo, Giuseppe Giannaccare, Adriano Carnevali, Rocco Pietropaolo, Andrea Lucisano, Giorgio Randazzo e Maria Aloi. L’operazione contabile si aggiunge al “fronte penale”. Quest’estate la procura guidata da Salvatore Curcio aveva infatti disposto una serie di misure cautelari proprio per la stessa vicenda: le presunte liste privatizzate alla Dulbecco. Tra gli indagati per truffa in quel filone, ancora in corso, i consulenti in materia sanitaria dello stesso Occhiuto, quindi Garofalo e Bruni. Su quest’ultimo nelle carte si legge: «Con artifici e raggiri dichiarava falsamente di optare per il regime di impiego a temро pieno e non comunicava lo svolgimento di attività incompatibili con tale regime contrattuale (…); induceva in errore l'Ateneo di appartenenza sul tempo pieno e l'Azienda Ospedaliero Universitaria sull'esclusività del rapporto d'impiego tenuto con quest'ultima e in tal modo percepiva indebitamente e fraudolentemente dalla A.O.U "Renato Dulbecco" (ex Mater Domini) le indennità collegate al regime di lavoro a tempo esclusivo per un importo complessivo, nel periodo 2021- 2024, pari ad euro 18.887,86 e dall'Università degli Studi Magna Grecia le Indennità per il regime di tempo pieno per un importo complessivo di euro 43.469,19 e dunque, per un totale complessivo di euro 62.357,05, con pari danno alle persone offese». Poltrone e denaro. Le intercettazioni del “sistema Occhiuto” in Calabria L’ultima grana, insomma, per il cerchio magico dell’azzurro, rieletto presidente della Regione a ottobre scorso e indagato per corruzione dai pm catanzaresi.