La pandemia ha creato una «generazione sospesa», quella di bambini, bambine, ragazze, ragazzi esposti da due anni all’emergenza, che sta «incidendo sulle fondamentali fasi di crescita e sviluppo». 200mila bambini in più sono entrati in condizioni di povertà minorile in Italia, che arriva «a colpire più di un milione 300mila bambini». Così il comunicato stampa di Save the children mette in luce le gravi conseguenze che l’epidemia ha avuto e continua ad avere sui minori.

«Per un adolescente, il deficit di relazioni sociali è altrettanto, se non più grave, della perdita di apprendimento prodotta dalla pandemia», ha dichiarato la direttrice dei programmi Italia Europa di Save the children, Raffaela Milano. Oltre ad impegnarsi a superare il gap di conoscenze prodotto in questo periodo, secondo Milano, occorre «prendere urgenti provvedimenti per colmare il deficit di socialità che sta colpendo la crescita dei ragazzi, con conseguenze talvolta drammatiche».

Il crollo degli apprendimenti, certificato dai dati Invalsi, infatti, è solo una delle componenti del problema, che riguarda soprattutto la sfera relazionale ed emotiva, colpite dal grave impoverimento di stimoli e relazioni sociali. 

i numeri

I bambini nati in epoca Covid in Italia sono 734mila. Neonati che hanno vissuto «in un mondo chiuso e proiettato all’interno dei nuclei familiari», circondati da adulti con il volto sempre coperto dalla mascherina. Hanno percepito senza dubbio le tensioni dei genitori dovute alla situazione e, per chi vive in contesti svantaggiati, sono mancati gli stimoli di una dimensione sociale più allargata. 876mila invece frequentavano già la scuola dell’infanzia, costretti a una frequenza discontinua e frammentata. A 31mila bambine e bambini con disabilità, nella stessa fascia d’età, è stata negata l’esperienza di relazione con i coetanei e gli educatori. Opportunità che è mancata anche a 110mila minori di origine straniera tra i 3 e i 6 anni, che «a causa della scarsa pratica della lingua italiana all’interno del nucleo familiare» hanno avuto difficoltà di inclusione.

Sono cinque milioni gli studenti che hanno affrontato l’inizio di un ciclo di scuola: un milione e mezzo gli alunni di primaria, un milione e 600mila all’inizio delle medie e 1 milione 707mila gli adolescenti al primo anno delle superiori. Sono quindi molti gli studenti che hanno dovuto affrontare l’inizio di un percorso con «maggiori difficoltà di ambientalismo e costruzione delle relazioni con i nuovi insegnanti e compagni», scrive Save the children.

L’ong sottolinea come questo fenomeno sia evidente per i ragazzi che hanno frequentato in questi due anni la scuola secondaria di primo grado: chi oggi è in «terza media non ha mai vissuto pienamente gli ambienti di apprendimento che la scuola offre», dice Milano. Hanno vissuto questo ciclo scolastico tra Dad, quarantene, senza le esperienze della ricreazione e della gita, né le feste fuori dall’orario scolastico che permettono agli studenti di coltivare le relazioni.

povertà

«La povertà minorile è aumentata di 200mila unità», denuncia l’ong, «arrivando a colpire più di un milione e 300mila bambini», che oltre alle difficoltà economiche hanno vissuto «la perdita di relazioni con i pari, la sovra-esposizione alla rete internet, la riduzione dell’attività fisica».

il piano nazionale

La ripresa economica non è sufficiente, denuncia Save the children, perché non compensa «automaticamente il forte deficit di relazioni e di fiducia nel futuro», prosegue Raffaella Milano, che parla di un’emergenza silenziosa. L’ong chiede dunque al governo e alle regioni «un piano di azione nazionale per il benessere e la salute psicofisica dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie», attraverso un lavoro congiunto tra il servizio sanitario nazionale e i servizi socioeducativi. Un intervento che «veda protagoniste le famiglie, il terzo settore e il mondo dello sport».

Save the children richiede inoltre ristori educativi, che sia quindi assicurato a ogni bambina o bambino, ragazza o ragazzo, un pacchetto gratuito di opportunità extra-scolastiche, in cui siano loro i «protagonisti delle scelte». Che siano offerte loro attività sportive, culturali, soggiorni estivi, sostegno allo studio e sostegno psicologico.

È necessario mettere in campo anche gli strumenti di cura per la salute mentale: «Già prima della pandemia i servizi di salute mentale per l’età evolutiva erano molto carenti e distribuiti in modo disuguale sul territorio», spiega la direttrice dei programmi Italia-Europa, sottolineando che «è indispensabile che le misure di rafforzamento della rete siano immediatamente rese operative, anche avvalendosi delle risorse stanziate dal Pnrr, e che si effettui una attenta verifica sulle liste di attesa per l’accesso ai servizi, a garanzia del diritto alla salute per tutti i bambini e gli adolescenti». 

Occorre dunque mettere al centro il benessere psico-fisico dei minori, superando lo stigma che avvolge le cure per la salute mentale. 

officine del benessere

L’organizzazione nel 2021 ha creato la piattaforma multimediale online “Officina del benessere”, che offre una serie di contenuti e strumenti per la preparazione di genitori, insegnanti ed educatori, per rafforzare la loro conoscenza, prevenire e riconoscere «le forme di disagio legate alla salute psicofisica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti», conclude Save the children.

© Riproduzione riservata