La Società aeroportuale calabrese (S.a.Cal.) gestisce gli scali di Lamezia, Reggio Calabria e Crotone. La maggioranza delle azioni (50,756 per cento), sino a qualche settimana fa, era detenuta da nove enti pubblici, mentre le quote rimanenti erano possedute da investitori privati.

Il 5 luglio 2021 l’assemblea dei soci della S.a.Cal. ha deliberato di aumentare il capitale sociale di dieci milioni, fissando entro il 30 settembre il diritto di opzione sulle azioni non sottoscritte dagli aventi diritto e, infine, stabilendo il termine del 4 novembre per esercitare il diritto di prelazione sulle azioni inoptate. Mentre la regione Calabria aveva deliberato a luglio di sottoscrivere l’aumento di capitale, le quote lasciate “libere” dagli enti pubblici sono finite in mano ai privati.

E così il gioco è fatto: la Lamezia sviluppo ha acquisito la maggioranza di S.a.Cal. L’impresa che esprime la nuova maggioranza è guidata da Renato Caruso, assieme ai familiari e a Nino Tripodi: Renato Caruso è il proprietario di Eurobed, un’azienda che si occupa della produzione di slot machine. Il neo presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, ha immediatamente espresso forti perplessità su tutta l’operazione.

Inchiesta “Eumenidi”

La S.a.Cal. era balzata agli onori delle cronache con l’inchiesta “Eumenidi”, ad aprile 2017, che riguardava assunzioni clientelari per il progetto “Garanzia giovani”, consulenze “fantasma”, la nomina del direttore generale e un’accusa di peculato.

Nello stesso anno la società ha assunto, oltre che giovani, anche la gestione degli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone. Il 15 luglio del 2020 è diventato presidente del Consiglio di amministrazione Giulio De Metrio, un curriculum di tutto rispetto nel mondo del trasporto aereo. A giugno 2021 ha dichiarato: «Siamo stati nell’impossibilità di pagare a giugno gli stipendi ai nostri dipendenti per una carenza di liquidità tanto grave da chiedere un aumento di capitale ai soci, mentre il nostro credito verso la gestione commissariale Alitalia è di 1,8 milioni». Poi è accaduto quello che abbiamo raccontato.

Ci sono molti modi per privatizzare una società pubblica. Ne abbiamo viste di ogni colore e risma nel nostro paese. Eppure mai era accaduto di veder portare a compimento una privatizzazione inconsapevole, una sorta di cessione della maggioranza della proprietà pubblica a propria insaputa.

È accaduto così con la S.a.Cal. L’azionista privato ha conquistato la maggioranza della società senza peraltro pagare il sovrapprezzo che è normale venga valutato, e corrisposto, quando un soggetto acquisisce il potere di controllo su una impresa. Sarebbe bastato un accordo fra regione e altri enti locali, sancito nei patti parasociali, per evitare questo scenario.

Quali sono le conseguenze di questa privatizzazione a propria insaputa? Si è seguita una procedura per così dire insolita, che ha escluso il mercato da qualsiasi contendibilità: solo gli azionisti presenti al momento dell’aumento di capitale potevano difatti optare le azioni. Si è evitata in questo modo ogni forma di pubblicità e di trasparenza.

È come se si fosse operato entro un recinto chiuso di interessi. Già questo fatto delinea gli elementi di una privatizzazione oligarchica, sul modello di quelle che sono state realizzate nella confusione post-sovietica degli anni Novanta del secolo passato. La seconda incredibile anomalia, coerente con un capitalismo amorale e familistico, è stata quella di cedere la maggioranza delle azioni senza riscuotere il valore del premio.

Infine, e non è questione irrilevante, la S.a.Cal è una società concessionaria dello stato che gestisce aeroporti: in quanto tale è soggetta a obblighi di trasparenza verso il concedente. Per questa ragione Enac ha sporto denuncia verso la magistratura. L’Ente nazionale per l’aviazione civile ha inoltre intenzione di avviare il procedimento di revoca della concessione per l’aeroporto di Lamezia Terme e proporrà di nominare un commissario per la gestione operativa dello scalo. Non solo, l’iter che ha portato all’aumento delle quote del privato sarà ripercorso in un esposto indirizzato alla procura della Repubblica di Catanzaro, e l’operazione sarà segnalata all’Antitrust e all’Autorità nazionale anticorruzione.

Il panorama italiano delle privatizzazioni, che già non presentava un pedegree particolarmente felice, si arricchisce ora di una perla di cui non si sentiva francamente il bisogno. Privatizzare a propria insaputa è una beffa davvero eccessiva. Gli aeroporti sono un tassello strategico per la mobilità e la competitività di un territorio. Ancora una volta la Calabria rischia di fare l’ennesimo autogol. A segnare stavolta è un azionista privato, che si frega le mani per l’affare che ha realizzato.

 

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