aiutare la concorrenza

Lo scippo per legge del canone Rai per finanziare tv private e giornali

02/09/2020 Roma, Convention Center La Nuvola, conferenza stampa per presentarei Concerti gratuiti alla Nuvola, nella foto Carlo Fuortes Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma
02/09/2020 Roma, Convention Center La Nuvola, conferenza stampa per presentarei Concerti gratuiti alla Nuvola, nella foto Carlo Fuortes Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma
  • Con il pagamento del canone attraverso il bollettino della luce è diminuita l’evasione e aumentato il gettito. Gli incassi aggiuntivi non sono stati però lasciati alla Rai, ma dirottati su un Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
  • In totale sono 110 milioni di euro l’anno con i quali vengono beneficiate centinaia di televisioni e radio locali e un gruppo di periodici e giornali, da Dolomiten a Famiglia Cristiana e Avvenire, Manifesto, Secolo d’Italia, Italia Oggi, Libero e Il Foglio.
  • L’amministratore della tv pubblica, Carlo Fuortes, vorrebbe poter contare su quelle risorse per mettere a posto i conti della Rai, ma governo e Parlamento non gli hanno prestato ascolto.

La Rai è l’unica azienda al mondo che finanzia la concorrenza. Lo fa malvolentieri e se potesse si sottrarrebbe al compito, ma non può perché il balzello è imposto per legge. La norma prevede che una parte degli introiti del canone televisivo riscossi attraverso la bolletta della luce siano fatti transitare dalla Rai a un Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Si tratta di 110 milioni di euro l’anno che vanno a finire in larga parte nelle casse delle tv e radio commerciali

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