Dopo un inizio tra i più rapidi d’Europa, decisioni contestate e vecchi problemi hanno rallentato le vaccinazioni e acuito i divari tra regioni
- La mente dietro gran parte del piano per come lo abbiamo visto in queste settimane è quella dell'ex commissario straordinario Domenico Arcuri.
- Il suo piano era accentrare le competenze su di sé, ridurre ritardi e inefficienze e spronare le regioni alla competizione.
- Il risultato: uno sprint iniziale che ci ha fatti balzare in testa alla classifica europea, seguito da un periodo in cui i divari tra regioni si sono fatti sempre più acuti.
All’inizio dell’anno, l’Italia è stata per giorni uno dei paesi europei che vaccinavano più in fretta, poi a febbraio siamo scesi nella classifica e oggi ci troviamo poco sotto la media europea, vicini a paesi come Francia e Germania. Nel frattempo, divari tra regioni virtuose e quelle più in difficoltà sono aumentati e il nostro paese ha fatto peggio di molti altri nelle vaccinazioni più importanti, quelle destinate agli over 80. Non è un fallimento completo, ma di sicuro qualcosa è andato



