Il grido di dolore di M. 28 anni, richiedente asilo "dublinato" che rischia di essere rimpatriato in Iraq il 27 gennaio, dopo essere stato rispedito a settembre scorso dalle autorità italiane in Danimarca. La denuncia del team legale dell’associazione Pensare Migrante: «persone trattate come pacchi».
- Un cittadino iracheno di 28 anni che è fuggito dal suo paese nel 2015 per sfuggire ad una persecuzione, ora in Iraq rischia di tornarci in virtù del meccanismo previsto dal c.d regolamento Dublino. L’uomo affida a una lettera scritta a mano, in inglese, la sua testimonianza. E chiede al governo italiano di aiutarlo, perché il 27 gennaio rischia di essere deportato in Iraq dalle autorità danesi.
- M. si era rivolto al team legale dell’associazione romana, Pensare Migrante, «ma prima che potessimo agire, a settembre 2020, l’Italia lo ha trasferito in Danimarca, dopo oltre 3 anni di soggiorno nel nostro paese, e nonostante la Danimarca ora lo voglia deportare in Iraq», raccontano gli operatori legali dell’associazione.
- «Le storie dei dublinati si ripetono, nei modi e nell'inopportunità dei tempi, e i numeri non sono pubblici. Non esistono statistiche aggiornate», hanno riferito da Pensare Migrante.