Il tribunale di Reggio Emilia ha condannato lo psicologo Claudio Foti a quattro anni di reclusione, e al pagamento delle spese processuali, per lesioni dolose gravissime su minore. È stato invece assolto dall’accusa di frode processuale. Foti è interdetto dai pubblici uffici per cinque anni, e sospeso dalla professione di psicologo e psicoterapeuta per due anni. È stata assolta invece l’assistente sociale Beatrice Benati, perchè il fatto non sussiste. I due erano gli unici ad avere chiesto il rito abbreviato per il processo dell’inchiesta “Angeli e demoni”, che vede imputate più di 20 persone tra psicologi, funzionari e assistenti sociali, accusati di aver gestito illecitamente gli affidi di minori tolti alle famiglie. 

Tra loro anche l’ex responsabile dei servizi minorili Federica Anghinolfi, l’assisente sociale Francesco Monopoli, la psicoterapeuta Nadia Bolognini e il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Sono più di 100 i capi d’imputazione a carico dei vari soggetti, tra cui abuso d’ufficio, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

L’inchiesta, iniziata nel 2018, è partita dai sospetti degli inquirenti a seguito delle numerose denunce presentate dagli assistenti sociali a carico di genitori accusati di aver maltrattato i figli. A seguito delle indagini, l’ipotesi è che psicologi e assistenti sociali avessero creato una rete per speculare su affidi e sessioni di psicoterapia, creando casi inesistenti. 

Il metodo Foti

Claudio Foti è il volto più noto di “Angeli e demoni”. Da lui parte l’ideazione del metodo che avrebbe reso possibile agli psicologi coinvolti manipolare i ricordi dei bambini per estorcere loro la confessione di abusi che per gli inquirenti non sono mai avvenuti.

Un metodo di psicoterapia minorile basato sull’“emersione dei ricordi rimossi dell’abuso”, utilizzato dagli psichiatri che si sono formati nel centro studi Hansel e Gretel, fondato da Foti stesso, basato sul “provocare” i ricordi rimossi nei bambini in questione. Un metodo considerato scorretto da tutti i protocolli di ascolto dei minori. 

Proprio questa prassi gli è valsa la condanna a cinque anni, per lesioni dolose gravissime su minore. Per i giudici, Foti avrebbe sottoposto una bambina a «serrate sedute di psicoterapia svolte con modalità suggestive, con la voluta formulazione di domande sul tema dell’abuso sessuale», allo scopo di «convincerla di essere stata abusata sessualmente dal padre», e «radicando» in lei un «netto rifiuto» nell’incontrarlo, «provocando una prolungata assenza della figura paterna durante l’intero periodo adolescenziale». Un delitto che è stato riconosciuto come aggravato, vista la giovane età della vittima e l’abuso di autorità esercitato dallo psicoterapeuta sulla stessa. 

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