Una sentenza “storica” ha riconosciuto l’adozione del secondo figlio di una coppia omogenitoriale, nato all’estero tramite la gestazione per altri (Gpa), da parte del secondo papà. La decisione del tribunale per i minorenni di Pesaro è arrivata in un contesto giuridico reso più complesso dalla legge italiana, approvata a ottobre 2024, che ha reso la Gpa reato universale. Ma per i giudici «il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo». 

I due liberi professionisti di 30 e 40 anni avevano già ottenuto l’adozione del primo figlio nel 2023, anche lui nato attraverso la Gpa negli Stati Uniti e vissuto fin dalla nascita con la coppia. Il genitore biologico era stato inizialmente riconosciuto in Italia, mentre per il secondo genitore si era resa necessaria l’adozione. 

Quest’ultimo ha poi intrapreso lo stesso percorso, ricorrendo nuovamente alla Gpa negli Stati Uniti dove è nato il secondo figlio, prima dell’approvazione della nuova legge, che vieta la gpa come reato perseguibile anche se commesso all’estero.

L’adozione da parte del partner è stata avviata a dicembre con l’assistenza dell’avvocata Claudia Fabiani, già legale della coppia per il primo procedimento, ed è stata approvata dal tribunale con una decisione a tutela dei diritti del minore: «Una discriminazione del bambino fatta derivare dallo stigma verso la decisione dell’adulto di aver fatto ricorso a una tecnica procreativa vietata dal nostro ordinamento, si risolverebbe in una violazione del principio di uguaglianza», scrivono i giudici che, citando una precedente sentenza della Cassazione, ribadiscono come «il minore, parte debole e priva di responsabilità, deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo» e quindi «l’interpretazione deve essere improntata a un senso di umanità».

«È importante sottolineare che i genitori hanno compiuto la gestazione per altri prima che la legge diventasse universale, quindi non sono penalmente perseguibili. Tuttavia, ci chiedevamo se sarebbe stata accolta una richiesta di adozione simile dopo l’entrata in vigore della nuova normativa», spiega l’avvocata.

Fabiani attribuisce a questa sentenza «un carattere innovativo e dimostra come il diritto del minore venga prima di tutto, anche della legge penale» e sottolinea come il tribunale abbia riconosciuto che i genitori «si sono dimostrati a tutti gli effetti una famiglia, sia per bisogni, accudimento, crescita e responsabilità». E aggiunge: «Sono due papà, ma la felicità di un minore non dipende da questo: ciò che conta è che la famiglia sia solida e sappia dare amore».

«Purtroppo in Italia», prosegue l’avvocata, «i diritti delle persone omosessuali non sempre si accordano con il diritto alla famiglia. Per questo spesso le coppie si rivolgono all’estero, come nel loro caso in California, per costruire la propria famiglia, senza avere però la certezza che il loro legame avrebbe avuto pieno riconoscimento in Italia, soprattutto alla luce della nuova legge».

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