Tra i beni sequestrati anche una casa discografica, intestata al figlio di Giovanni Comis, esponente di spicco del gruppo del rione Picanello della famiglia Santapaola-Ercolano di Cosa nostra
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Un sequestro di beni per un valore di oltre 2,5 milioni è stato eseguito oggi a Catania, dai carabinieri del Comando provinciale, nei confronti di Giovanni Comis, ritenuto «soggetto di elevatissimo spessore criminale con incarichi di vertice nel gruppo di Picanello della famiglia di cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano».
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L’uomo, 59 anni, esponente della criminalità siciliana da oltre trent’anni e già pluricondannato per associazione di tipo mafioso, partecipazione ad associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, è detenuto dallo scorso ottobre per reati di trasferimento fraudolento di valori e autoriclaggio tesi a preservare il proprio patrimonio.
- Tra i valori: una casa discografica, la Q Factor Records sas., etichetta di diversi cantanti neomelodici, intestata a uno dei due figli del boss e a un altro imprenditore. Inoltre, un terreno e una palazzina di Catania, in fase di completamento, costituita da 12 appartamenti, formalmente intestati a una società operante nel settore dell’edilizia; e una casa all’interno di un villaggio turistico di Augusta, in provincia di Siracusa, intestata alla moglie di Comis. Il patrimonio sarebbe stato acquisito in assenza della necessaria copertura economica/finanziaria, ma con proventi derivanti da attività illecite.
- Giovanni Comis, era tornato in libertà dopo un arresto risalente al 2017. Ma da ottobre era stato di nuovo detenuto per i reati di concorso in trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, per aver utilizzato i proventi dell’attività illecita nei lavori di ristrutturazione del complesso immobiliare ora sequestrato.
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