Il senatore Francesco Silvestro ha abbandonato la commissione parlamentare antimafia scrivendo una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, nella quale motiva la sua scelta con l'esigenza di occuparsi della presidenza della bicamerale sugli affari regionali. Non ci sono precedenti simili e nessuno ha mai abbandonato la commissione d'inchiesta sulle organizzazioni criminali che ha un potere ispettivo simile a quello della magistratura. A Silvestro Domani ha dedicato, nei giorni scorsi, una serie di inchieste ponendo la questione della sua presenza nell'organismo di inchiesta sui fenomeni criminali. Il senatore, oltre al processo in corso a suo carico per tentata concussione, veniva citato nella relazione di scioglimento del comune di Arzano, datata 2015, per le sue frequentazioni da componente del consiglio comunale con un uomo del clan Moccia.

Le inchieste di Domani

«Il titolare della citata società si identifica proprio nel già citato Scafuro Girolamo, gestore di fatto dell’attività, gravato da precedenti penali per estorsione, associazione di tipo mafioso e indagato per estorsione aggravata. Nel corso delle verifiche espletate emersero significativi rapporti intercorrenti tra Scafuro e il consigliere di maggioranza (Pdl) Francesco Silvestro», si leggeva nella relazione. Per il senatore si è trattato di incontri casuali, nessuna frequentazione. Non solo, l'azienda di famiglia era stata coinvolta nella vicenda del furto dell'elettricità, con il fratello condannato per l'episodio anche se i carabinieri scrivevano che l'allora consigliere era consapevole della condotta illecita, circostanza che Silvestro ha continuato a negare. Era il 2014 e i militari annotano in un’informativa: «Ciò non solleva il Franco Silvestro dalle sue responsabilità e dal suo pactum sceleris con il germano, personaggio rispetto a lui di prossimo profilo e apparso quasi vittima sacrificale». Un altro episodio che avevamo raccontato riguardava la querela che aveva mosso al giornalista Mimmo Rubio che vive sotto scorta per le minacce dei clan. Da ultimo c’è l’incarico che Silvestro rivendica quello di console dell’Ossezia del sud, come emerge dagli atti depositati nella querela contro il giornalista anticamorra, anche se il ministero degli Esteri ha confermato a Domani che «l’autoproclamata entità dell’Ossezia del Sud non è riconosciuta dall’Italia e dalla maggioranza assoluta della Comunità internazionale». 

Le inchieste sul senatore che non avevano sortito alcuna reazione nelle opposizioni che erano rimaste in religioso silenzio, ma che hanno invece scosso la maggioranza e hanno avuto un peso nella decisione.

A quanto risulta a Domani, che ha sentito alcuni componenti dei partiti di maggioranza, le inchieste di questo giornale non sono passate inosservate e Fratelli d'Italia, la presidenza della commissione è affidata a una fedelissima di Giorgia Meloni, la deputata Chiara Colosimo, avrebbe posto la questione. Un pressing  che avrebbe portato alla decisione di Silvestro di lasciare la commissione. Una pratica che è stata chiusa con un comunicato sibillino nel quale, a distanza di oltre un mese dalla nomina a presidente della bicamerale sulle riforme, Silvestro ha comunicato il suo addio. 

La versione ufficiale

«Il senatore, si apprende, avrebbe preso questa decisione dal momento che nel frattempo è stato eletto presidente della commissione bicamerale per gli Affari regionali. Sarà sostituito da un altro senatore di Forza Italia», si legge nei comunicati diffusi dalle agenzie. L'elezione a presidente degli affari regionali è arrivata oltre un mese, a fine settembre sono arrivate le nostre inchieste. Articoli che hanno avuto un peso nell’addio di Silvestro all’antimafia, commissione che lo aveva bollato come impresentabile quando si era candidato alle regionali, nel 2020. Ora si è allontanato da solo, almeno ufficialmente.

 

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