Caso Equalize, l’interrogatorio di Pazzali: scarica Gallo, racconta di Fontana e spiega l’affaire La Russa

Mea culpa. Mea maxima culpa. L’ex presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, è un fiume in piena davanti ai pm che a luglio scorso hanno chiuso le indagini su Equalize, la società dietro a cui si celava una vera e propria fabbrica di dossieraggio. Se il manager legato alla destra meneghina dice di non aver mai saputo nulla «del metodo di lavoro illegale» di Carmine Gallo e dei suoi «dipendenti», sembra invece proteggere il governatore della Lombardia Attilio Fontana e tutti quei politici il cui nome compare all’interno delle informative e delle ordinanze sulla centrale di via Pattari numero 6. Pazzali bussa dai pm. Il caso Equalize non è ancora chiuso «Io e Fontana – dice Pazzali ai magistrati Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro – siamo amici da lunghissimo tempo, abbiamo un rapporto molto stretto. Effettivamente devo dire che nell’occasione che mi contestate ho usato il suo nome, fittiziamente, per fare fretta a Gallo». Questa, dunque, la tesi dell’ex presidente della Fiera: il presidente della Regione, a suo dire, non gli avrebbe mai chiesto di effettuare ricerche su “antagonisti” politici. I pm, tuttavia, considerate le contestazioni mosse e messe a verbale, paiono non credere a quanto sostenuto. Di fatto, incalzano Pazzali. «Perché – chiedono – ha detto a Gallo che era stato Fontana a chiedere le notizie su Scaroni (Paolo, presidente del Milan e dell’Enel, ndr)?». Pazzali risponde: «Ho solo fatto finta che la richiesta venisse da Fontana», appunto «per mettere fretta a Gallo che ogni tanto mi faceva aspettare troppo per farmi avere le notizie che volevo». Notizie, che il manager, avrebbe comunque chiesto senza sapere «dello Sdi» e per meri fini «reputazionali». È quanto afferma. Solo in un caso, però, Pazzali sembra quasi costretto ad ammettere che Fontana gli chiese un’informazione su un soggetto, tale Andrea Zucchini, di cui lo stesso manager girò una foto al governatore. «Sì – risponde -, in effetti ho chiesto tali informazioni a Gallo in quanto Fontana era preoccupato di aver incontrato o di dover incontrare questa persona di cui non conosceva precisamente la reputazione. Ribadisco che io pensavo che Gallo prendesse i suoi dati da fonti pubbliche o comunque legali». A quel punto, i pm domandano: «Ma perché Fontana si rivolge a lei per tali informazioni? Sapeva di Equalize?». Equalize, i pm di Milano chiudono l’inchiesta: «Pazzali pienamente consapevole delle attività della centrale» La risposta di Pazzali: «Lui ha scoperto che avevo questa società quasi per caso, non ricordo bene quando nel 2024, quando siamo passati nei pressi degli uffici di via Pattare. S.V. mi fa notare che anche questa dichiarazione appare poco credibile ma le confermo che è così». Dalle carte giudiziarie, inoltre, era emerso che a Gallo Pazzali avesse commissionato anche un report su tale Simona Gelpi su richiesta della senatrice forzista Licia Ronzulli. Anche in tal caso il manager riferisce ai pm di aver utilizzato il nome di Ronzulli per «mettere fretta al socio» e cioè a Gallo, scomparso lo scorso 9 marzo. E nelle ventotto pagine di verbale si parla anche di altro, ad esempio di servizi segreti. Pazzali dice, tra l’altro, di conoscere Carlo De Donno e di averlo aiutato all’epoca a trovare «la sede dell’Aisi a Milano». Afferma anche di non conoscere il co indagato Vincenzo De Marzio. Tra le domande dei pm, oltre a quelle sull’Intelligence, pure quella su Carmine Saladino, ex vertice di Maticmind, azienda attiva nel campo della cybersicurezza. Pazzali dice di «non conoscerlo». Risponde poi alle domande sulle ricerche commissionate all’ex hacker Pegoraro su Gorno Tempini, Guido Rivolta, Gianni Dragoni e Giuliana Paoletti. Le ricerche in questione, secondo Pazzali, sono state fatte da Gallo in autonomia». Caso Equalize e spionaggio: il ruolo della ‘ndrangheta e di un pentito su cui indagano i pm In ultimo, il capitolo La Russa e l’ombra del presunto coinvolgimento di Pazzali nella vicenda riguardante il figlio minore del presidente del Senato, Apache, per cui i pm di Milano hanno chiesto l’archiviazione in riferimento alle accuse di violenza sessuale mosse contro di lui. «Conosco La Russa da circa vent’anni e ci siamo frequentati costantemente, siamo diventati amici di famiglia, almeno fino a quando non è stata pubblicata la notizia del mio coinvolgimento nel presente procedimento, ciò perché lui è convito erroneamente che io avessi dato ai giornalisti notizie su suo figlio. Preciso che non ho fatto mai nulla contro Ignazio o suo figlio. Un giornalista mi ha telefonato per chiedere la planimetria della casa di La Russa, pensando erroneamente che io fossi sua vicino di casa a Milano, in realtà lo ero della casa al mare a Zoagli, per tanto gli ho risposto negativamente. A maggio 2023 avevo incontrato la Russa per la prima volta dopo la sua elezione come presidente del Senato e in quella occasione decidemmo di organizzare una cena con le nostre famiglie e quella di Attilio Fontana; terminato quell'incontro mi recai presso gli uffici di Equalize e, avendo visto che personale di Mercury stava testando la piattaforma Beyond, chiesi di inserire alcuni nominativi, fra cui quelli di Geronimo La Russa, Leonardo La Russa e Ignazio La Russa, in reazione alla natura di PEP del presidente del Senato. Sono particolarmente dispiaciuto del fatto che La Russa abbia voluto interrompere i rapporti con me perché io non ho fatto nulla contro di lui e anzi quello di cui eventualmente mi potevano accusare sarebbe stato un intervento a suo vantaggio e non contro», dice Pazzali che pure ammette i «rapporti amichevoli» con la ministra del Turismo Daniela Santanché. Alla senatrice meloniana lo stesso Pazzali avrebbe organizzato un incontro nella sede di Fondazione Fiera Milano con un generale della Guardia di Finanza quando erano in corso le indagini sul caso Visibilia. Un fatto che emerge dagli atti giudiziarie ma le cui ragioni restano tuttora nell’ombra. Tutti i rapporti tra “spioni” e intelligence. Il filo rosso che lega Equalize ai servizi