Walter Biot si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di convalida e garanzia. L’ufficiale della Marina italiana in servizio presso lo stato maggiore della Difesa è stato colto in flagranza di reato martedì sera durante una consegna di documenti segreti, in cambio di denaro, con un ufficiale russo accreditato presso l’ambasciata di Roma.

La difesa, guidata da Roberto De Vita, ha chiesto al giudice gli arresti domiciliari, mentre la procura ha ribadito il carcere. In un primo momento il giudice non ha accontentato nessuno dei due e si è riservato di decidere. Dopo qualche ora, la scelta di farlo rimanere in carcere in quanto Biot è «un soggetto estremamente pericoloso e professionale nell'agire». Dal colloquio è emersa una sola frase: «Sono frastornato e disorientato, ma pronto a chiarire la mia posizione». Ha contestato le accuse di spionaggio fatte a suo carico e si è preso del tempo per «raccogliere le idee».

La vicenda

Walter Biot è stato fermato in un parcheggio della capitale, zona Spinaceto, dopo un blitz dei Ros che lo seguivano da tempo. Nel parcheggio aveva con sè una pennetta con dei documenti fotografati dallo schermo del pc dell’ufficio di lavoro, ed era pronto a venderli ai russi per la modica cifra di 5mila euro. In totale sono 181 i file segreti trovati, di cui 9 sono riservatissimi. Non è ancora chiaro quale fosse il contenuto dei documenti, riguarderebbero però sistemi di telecomunicazione militare. Non è nemmeno chiaro se ci siano stati altri incontri tra Biot e l’intelligence russa, secondo gli inquirenti c’è stato un precedente scambio per una somma da 4mila euro.

Il funzionario di Mosca e il suo superiore sono stati immediatamente espulsi dal paese. I loro nomi, trapelati nel tardo pomeriggio di mercoledì, sono Alexey Nemudrov, addetto navale e aeronautico dell’ambasciata russa a Roma, e Dmitri Ostroukhov, impiegato nello stesso ufficio. Dall’ambasciata hanno confermato il convolgimento del loro personale, ma per ora preferiscono non commentare la notizia.

L’espulsione dei due diplomatici è stata annunciata direttamente dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio attraverso i suoi canali social e con una comunicazione al senato. La decisione italiana ha rischiato di provocare una grave crisi diplomatica, ma dal Cremlino sono arrivati pareri contrastanti. La Duma minaccia sanzioni dello stesso calibro, mentre il portavoce di Vladimir Putin spera che l’accaduto non inclini le relazioni bilaterali tra i due paesi.

La giustificazione

Se Walter Biot non ha ancora parlato, lo ha fatto invece sua moglie. Claudia Carbonara ha raccontato dei problemi economici che stavano affrontando acuiti dalla pandemia. Il Covid-19 ha azzerato le sue entrate da psicoterapeuta e lo stipendio di circa 3mila euro al mese del marito riusciva a mala pena a coprire le spese per i quattro figli, il mutuo e i quattro cani che hanno a casa. Claudia Carbonara ha definito suo marito come un servitore della patria e non uno sprovveduto. Se ha sbagliato lo ha fatto sicuramente per tutelare la sua famiglia. Questa è la sua posizione.

Tuttavia, il reato di spionaggio è molto grave e ora Biot rischia fino a 15 anni di carcere. Le prossime ore sono decisive per gli inquirenti, che sperano di raggiungere presto a chiarire i punti oscuri dell’inter vicenda.

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