- Nelle informative del capocentro Sismi a Beirut, Stefano Giovannone, non c’è una verità alternativa alle condanne dei Nar, come sempre sostenuto da chi, a destra, cercava di riscrivere la storia.
- Quei documenti, ora desecretati, dimostrano invece che la trattativa sui lanciamissili sequestrati a Ortona era stata risolta già il 2 luglio 1980, accogliendo le richieste del Fronte popolare per la liberazione della Palestina
- Quando le carte di Giovannone, ormai quasi quattro anni fa, finirono al centro della polemica sulla strage di Bologna, disse la sua anche Giorgia Meloni. E sostenne che «la rivelazione dei documenti del Sismi di Beirut relativi all’estate del 1980 conferma la necessità e l’urgenza della desecretazione dei documenti relativi alla strage di Bologna e al “Lodo Moro”.
Il 2 luglio del 1980 le richieste del Fronte popolare per la liberazione della Palestina erano state accolte. E le minacce, ventilate nei mesi precedenti, di attentati contro obiettivi italiani non avevano più ragion d’essere. Lo raccontano i cablogrammi dell’allora capocentro del Sismi a Beirut, Stefano Giovannone, documenti da anni al centro di una dura polemica mossa da chi ne chiedeva la desecretazione, sostenendo che lì ci fossero le prove di un legame tra la strage di Bologna e la vicenda



