Ieri una vittoria di Ryanair sul governo, oggi un passo falso della compagnia irlandese. L’Antitrust ha avviato un procedimento per abuso di posizione dominante nei confronti della compagnia di Michael O’Leary. L’istruttoria è stata avviata dopo diverse segnalazioni che sono state ricevute a partire da maggio.

Secondo l’ipotesi dell’Agcm, Ryanair farebbe leva «sulla posizione dominante detenuta nei mercati in cui opera per estendere il proprio potere anche nell’offerta di altri servizi turistici (come hotel e noleggio auto) ai danni delle agenzie di viaggio e dei clienti che se ne avvalgono».

Si muove l’Antitrust

Ryanair – si legge in una nota dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato – «da un lato sembra ostacolare l’acquisto, da parte delle agenzie, dei biglietti aerei direttamente dal proprio sito, dall’altro consente l’acquisto degli stessi alle sole agenzie tradizionali a condizioni peggiorative in termini di prezzo, di ampiezza dell’offerta e di gestione post vendita del biglietto».

La condotta della compagnia, continua la nota, avrebbe effetti «non solo sulle agenzie ma anche sui consumatori finali: si determinerebbero infatti condizioni peggiorative sotto il profilo quantitativo e qualitativo e ingiustificate difficoltà nella gestione della prenotazione».

Consumatori felici

Assoutenti, una delle associazioni specializzate in tutela dei consumatori, ha espresso soddisfazione per l’apertura dell’istruttoria. Allo stesso tempo, ha rivolto un nuovo appello all’Autorità, invitata a estendere le indagini anche alle tariffe praticate dalla compagnia e alle pratiche messe in atto sul fronte delle tariffe al pubblico.

«È importante capire se algoritmi e politiche tariffarie tese ad aumentare i profitti dell’operatore siano tutte legittime e sanzionare qualsiasi comportamento scorretto a danno degli utenti», ha detto il vicepresidente dell’organizzazione, Gabriele Melluso.

Dopo il decreto Asset

La notizia del procedimento verso Ryanair arriva il giorno dopo la vittoria della compagnia low cost nel braccio di ferro che la contrappone al governo italiano. Proprio ieri l’esecutivo ha presentato un emendamento al decreto Asset (in discussione al Senato) che riscrive la norma pensata ad agosto per imporre un prezzo massimo dei biglietti aerei, soprattutto per i viaggi verso Sardegna e Sicilia.

Il governo ha cancellato il punto che i vettori aerei più contestavano, cioè il divieto di «fissazione dinamica delle tariffe»: le compagnie recupereranno quindi la libertà di alzare (o di abbassare) il prezzo dei voli in base al momento della prenotazione, con prezzi più alti via via che si avvicina la data del viaggio e nei periodi con più domanda.

Nella nuova formulazione del decreto Asset è però previsto un rafforzamento dei poteri dell’Antitrust, che tutela i consumatori e osteggia gli abusi di posizione dominante delle aziende. Il faro dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato – dimostra il procedimento aperto oggi – è già puntato su Ryanair e sulle altre compagnie aeree.

L’Agcm, si legge nell’emendamento all’esame della commissione Industria del Senato, potrà poi avviare «un procedimento contro i vettori se il prezzo dei biglietti salirà del 200 per cento o più lungo le rotte per le isole, in coincidenza con disastri naturali e nei periodi di vacanza».

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