L’amico degli stragisti Graviano elogia il ministro della Giustizia mentre il magistrato che ha arrestato Matteo Messina Denaro e i familiari delle vittime bocciano la revisione del concorso esterno.

In realtà anche il partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, non ha gradito le esternazioni dell’inquilino di via Arenula. Il concorso esterno in associazione mafiosa è il reato per il quale, in questi anni, sono stati condannati politici e professionisti, colletti bianchi giudicati non intranei alle organizzazioni criminali, ma in grado di contribuire al rafforzamento degli scopi delle mafie.

Tutto è iniziato, qualche giorno fa, quando il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha pensato bene di proporre una rimodulazione del concorso esterno in associazione mafiosa giudicandolo un reato «evanescente».

Stesso aggettivo che aveva utilizzato anche per l’abuso d’ufficio che, con la riforma annunciata, sarà mandato in soffitta premiando così chi abusa del suo potere. 

L’anniversario di via D’Amelio

Il ministro ha deciso di esprimersi sul concorso esterno a meno di una settimana dal trentunesimo anniversario dalla strage di via D’Amelio quando mafia e non solo uccisero il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta a distanza di 57 giorni dalla strage di Capaci che uccise Giovanni Falcone e i suoi agenti. «In questo modo il ministro Nordio colpisce Falcone e mio fratello sconfessando il loro lavoro», ha detto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.

«Cancellare il concorso esterno è una pietra tombale sulla lotta alla mafia», ha chiarito Maria Falcone, sorella di Giovanni. Alle critiche dei familiari delle vittime si sono aggiunte quelle dei magistrati che, in questi anni, hanno utilizzato il concorso esterno in associazione mafiosa, una fattispecie che incrocia l’articolo 110, il concorso in un reato, e il 416 bis, l’associazione mafiosa. Proprio Borsellino e Falcone hanno posto le basi del concorso esterno nell’ordinanza dello storico maxiprocesso che portò alla sbarra i vertici di Cosa nostra.

Le sezioni unite della corte di Cassazione, a partire dal 1994, hanno stabilito l’esistenza e l’applicabilità di questa fattispecie così come riportato anche in numerosi pronunciamenti successivi. Se si fa parte dell’organizzazione mafiosa si applica il 416 bis, se non si fa parte, ma si fornisce un contributo non occasionale alla realizzazione degli scopi delle mafie allora si sostanzia il concorso nel reato, norma generale che non può essere esclusa per l’associazione mafiosa.

Ma Nordio non si è fermato e ha pensato bene di insistere: «È un reato evanescente, un ossimoro. Va rimodulato, il concorso esterno non esiste come reato. È una creazione giurisprudenziale. I giudici hanno inventato questa formula abbastanza evanescente. È un ossimoro», ha detto. 

Anche i magistrati antimafia hanno commentato le sue parole difendendo uno strumento che ha consentito di colpire quel livello politico, imprenditoriale, delle professioni che rappresenta il vero salto di qualità per le mafie. 

«È assai difficile immaginare di non ricorrere più a uno strumento che esiste dal 1930, e che si è rivelato uno strumento utile e corretto per colpire disvalori. È possibile rivisitare l'area applicativa ma solo per individuare forme più tipizzate. Quanto ad altre forme di riesame e all'abolizione tout court dell'istituto mi pare difficile», ha detto il procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia, durante l'audizione davanti alla Commissione Antimafia rispondendo a una domanda della presidente Chiara Colosimo, esponente di Fdi. 

Fdi contro

Proprio il partito di Giorgia Meloni non ha gradito le esternazioni di Nordio, a pochi giorni dall’anniversario della strage di via D’Amelio, per la presidente del Consiglio quella di Borsellino è stata una figura chiave nella sue scelte politiche come ha ricordato nel suo discorso di insediamento.

Proprio dal governo sono arrivate le parole del sottosegretario ed ex magistrato, Alfredo Mantovano, che ha sconfessato il ministro: «Modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata. Ci sono altre priorità». Ma è proprio il partito di Meloni ad aver voluto Nordio in quel ministero. 

Non tutti, però, sono in disaccordo. Da Tiktok, commentando un video critico sulla proposta del ministro, interviene Salvatore Baiardo, l’ex gelataio, condannato in passato per favoreggiamento ai mafiosi Filippo e Giuseppe Graviano, che ha predetto in tv l’arresto di Matteo Messina Denaro.  

Poche parole per elogiare l’inquilino di via Arenula. «Nordio grande ministro», scrive Baiardo. 

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