Annarita Patriarca ha ereditato la passione per la politica in famiglia. Il padre, Francesco, è stato senatore democristiano, sottosegretario alla Marina mercantile, una gloriosa carriera finita con un processo per concorso esterno in associazione camorristica, dal quale è uscito con una condanna definitiva a nove di anni carcere, nel 2007.

La camorra era quella degli Alfieri, paccottiglia criminale che ha devastato la Campania e lasciato un migliaio di morti ammazzati a terra nella guerra di camorra contro i cutoliani.

Il nome del padre

La figlia dell’ex sottosegretario è totalmente estranea a quelle vicende e ha fatto la gavetta iniziando dal consiglio comunale di Gragnano, prima presidente del consiglio comunale e poi sindaca. Un'esperienza conclusa con lo scioglimento dell'ente per infiltrazioni della camorra, nel 2012. Annarita Patriarca è consigliera regionale forzista e ambisce a un posto in parlamento, ma non vuole sentir parlare di quell'azzeramento per camorra, visto che – ribadisce –  che da quello scioglimento non è derivato alcun procedimento penale.

Ora, un'aspirante deputata dovrebbe sapere che la legge sullo scioglimento per mafia non è un provvedimento penale, ma amministrativo e che cammina su binari differenti dai pronunciamenti della magistratura. Domani ha ricordato anche un'altra vicenda: quando Patriarca è stata indagata per peculato per fatti risalenti al suo passato da presidente del consiglio comunale, nel triennio 2006-2008.

«Quel denaro risultava, in base al rendiconto presentato dalle rispettive cariche, speso in virtù di giustificativi (riconducibili all'ufficio del sindaco e del presidente del consiglio) che, talora, erano palesemente insufficienti (es. scontrini illeggibili), talora erano contraffatti (poiché presenti sia in originale che in copia), talora erano logicamente incompatibili con le funzioni "di rappresentanza"», si legge nella sentenza del tribunale di Torre Annunziata.

Lo sfidante Sandro Ruotolo, giornalista e senatore uscente, ha pubblicato un estratto del nostro articolo scatenando la reazione di Patriarca che ha parlato di «falso» e ricordato che in quel processo sono stati «tutti assolti». Patriarca non è stata assolta, il processo si è chiuso con la prescrizione del reato e un'avvocata dovrebbe conoscere la differenza.

La candidata contesta anche il passaggio dell'articolo che riporta le spese sostenute con soldi pubblici, un passaggio del quale abbiamo chiesto conto alla consigliera regionale senza ottenere risposta e che è ricavato dalla sentenza che oggi pubblichiamo sul nostro sito 

Gli elettori che sceglieranno Fratelli d'Italia, in quel territorio, voteranno per mandare in parlamento Annarita Patriarca, prescritta per peculato, sindaca quando il comune è stato sciolto per camorra e figlia d'arte.

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