La guerra della Superlega continua e si sposta sul terreno comunitario. Come annunciato dal sito giuridico spagnolo Confilegal, nella mattinata di giovedì 13 maggio, dal tribunale commerciale di Madrid è partita una nuova fase dell'offensiva giuridica che punta verso Lussemburgo, sede della Corte di Giustizia dell'Unione europea. Al foro comunitario si è rivolto il magistrato della Sezione n.17 del Tribunale Mercantile di Madrid, Manuel Ruiz de Lara. Lo stesso che lo scorso 20 aprile ha firmato l'atto n. 14/2021 con cui si offre terreno legale alla Superlega, con annessa diffida a Uefa e Fifa affinché non adottino provvedimenti penalizzanti verso le società che decidano di prendervi parte.

Stavolta il giudice Ruiz de Lara mira al bersaglio grosso: l'eventualità che Uefa e Fifa esercitino un abuso di posizione dominante in materia di organizzazione delle manifestazioni calcistiche internazionali, ciò che potrebbe essere in contrasto col trattato sul funzionamento dell'Unione Europea.

Morta ma non troppo

Ufficialmente nata e morta in tre giorni fra il 18 e il 21 aprile del 2021, la competizione d'élite del calcio europeo continua a generare frizioni fra l'Uefa e i tre club che non si sono mai ufficialmente ritirati dall'organizzazione: Barcellona, Juventus e Real Madrid. Mentre le altre nove società (Arsenal, Atlético Madrid, Chelsea, Inter, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Milan e Tottenham Hotspur) si sono chiamate fuori con spettacolare rapidità, le due spagnole tengono il punto e portano con sé la Juventus di un sempre più stralunato Andrea Agnelli.

La loro resistenza ha causato l'inasprirsi dell'atteggiamento dell'Uefa e del suo presidente, lo sloveno Aleksander Ćeferin. Che dopo aver “perdonato” i 9 club secessionisti pentiti ha annunciato con le parole e coi fatti un atteggiamento opposto verso la triade di club irriducibili. La risposta al presidente Uefa arriva non soltanto dai club coinvolti ma anche e soprattutto dal giudice Ruiz de Lara. Che con un documento quantificato in 32 pagine dal sito dell'Equipe e siglato martedì 11 maggio (giusto il giorno prima che l'Uefa avviasse il procedimento disciplinare nei confronti dei tre club) ha presentato una richiesta di chiarimento riguardo alla compatibilità col diritto europeo delle sanzioni minacciate dall'Uefa contro club e calciatori che dovessero partecipare alla Superlega.

Il giudice star

Il nuovo fronte di conflitto prospetta di affollarsi rapidamente, con intervento dei soliti noti. A partire dall'avvocato belga Jean-Louis Dupont, colui che nel 1995 condusse in modo vittorioso la battaglia legale che portò alla sentenza Bosman e alla disfatta dell'Uefa. Il solo nome di Dupont evoca pessimi ricordi in sede di confederazione calcistica europea. Ma nel frattempo il clima è cambiato.

A metà anni Novanta l'atteggiamento delle istituzioni comunitarie era molto più mercatista e privilegiava nettamente il vangelo della libera concorrenza anche nel mondo dello sport. Rispetto a allora il mood è nettamente cambiato, anche in conseguenza degli eccessi di finanziarizzazione cui proprio il calcio è stato soggetto. E in questo senso la chiusura netta all'economia delle terze parti (soggetti privati che investono nei diritti economici dei calciatori) è un segno inequivocabile che negli anni recenti è stato inviato dalle istituzioni comunitarie. Dunque stavolta il precedente della sentenza Bosman va preso con le dovute cautele.

Detto ciò, rimane da rimarcare un altro elemento della vicenda: l'attivismo del giudice Ruiz de Lara, che di propria iniziativa si rivolge alla Corte di Giustizia Europea perorando la causa di tre società di calcio. Un protagonismo che non è una novità. Nei giorni successivi all'emissione dell'atto datato 20 aprile il giudice ha conversato amabilmente sul tema durante una lezione del Master in Diritto, etica e management del settore sportivo organizzato dall'Università della Calabria. Magari una semplice questione di opportunità avrebbe consigliato di comportarsi diversamente, ma tant’è.

Autore di un romanzo di successo, intitolato Patria Olvidada (Patria dimenticata), Ruiz de Lara è definito “giudice controverso” da El Diario, in un articolo che sottolinea le sue esternazioni contro i “trepas” (arrampicatori) del governo e la sua vicinanza al partito di estrema destra Vox. Aspetto, quest'ultimo, che lo stesso giudice rivendica con gesti evidenti. Come, per esempio, la pubblicazione sul proprio profilo Instagram di una foto che lo ritrae a tavola, al ristorante, in compagnia di Macarena Olona, dirigente di Vox.

Del resto, non è la prima volta che un giudice madrileno mostra un certo zelo quando si tratta di intervenire su questioni relative al Real Madrid. Rimane ben fissato il precedente del giudice Arturo Zamarriego, che a dicembre 2016 con atto d'urgenza provò a proibire la diffusione dei documenti di Football Leaks che inchiodavano, fra gli altri, molti calciatori del Real Madrid (compreso Cristiano Ronaldo) a causa del montaggio di schemi offshore usati per deviare altrove i premi da diritti d'immagine. A essere colpito dal tentativo di divieto fu soprattutto El Mundo, il quotidiano spagnolo legato al consorzio European Investigative Collaborations (EIC) capitanato dal settimanale tedesco Der Spiegel che gestisce e diffonde i documenti di Football Leaks. Facile immaginare che anche per questo motivo El Mundo sia uscito dal consorzio EIC. Giusto per dire che c'è sempre un giudice a Madrid. E che in questo caso non c'è di che esserne rassicurati.

© Riproduzione riservata