Anatomia di una disfatta

Così la Superlega si è liquefatta: tra veleni e pagine web scomparse

Chelsea fans protest outside Stamford Bridge stadium in London, against Chelsea's decision to be included amongst the clubs attempting to form a new European Super League, Tuesday, April 20, 2021. Reaction to the proposals from 12 clubs to rip up European soccer by forming a breakaway Super League has ranged from anger and condemnation to humor and sarcasm. (AP Photo/Matt Dunham)
Chelsea fans protest outside Stamford Bridge stadium in London, against Chelsea's decision to be included amongst the clubs attempting to form a new European Super League, Tuesday, April 20, 2021. Reaction to the proposals from 12 clubs to rip up European soccer by forming a breakaway Super League has ranged from anger and condemnation to humor and sarcasm. (AP Photo/Matt Dunham)

Nel giro di 72 ore la rivoluzione del calcio europeo è fallita in modo grottesco. Uno dopo l’altro i club hanno abbandonato, con l’effetto di depotenziare per sempre la Superlega come arma di pressione sull’Uefa. E intanto dal sito del Mundo Deportivo sparisce una clamorosa notizia di lunedì sera.

  • Dopo le 6 inglesi, che avevano abbandonato nella giornata di lunedì, il martedì è toccato a tutte le altre. Rimane in sospeso il Barcellona, ma soltanto perché la decisione deve essere presa dopo un passaggio assembleare.
  • La gigantesca torta degli introiti sparisce senza che mai fosse stata messa in tavola. E adesso i club scissionisti dovranno ‘accontentarsi’ dell’ordinario montepremi di Champions League, in attesa che l’Uefa dia corso all’intenzione di trovare un finanziamento da 6 miliardi per le edizioni dal 2024.
  • Intorno alla mezzanotte tra lunedì e martedì il quotidiano catalano annuncia che l’Uefa avrebbe offerto denaro alle 6 inglesi per convincerle a mollare la Superlega. La notizia viene ripresa dai siti esteri ma già l’indomani mattina è rimossa dalla redazione. Minaccia di azioni legali?

Anatomia di uno squagliamento. Il precipitare degli eventi intorno alla (ex) Superlega del calcio europeo comprime allo spasimo il ciclo di obsolescenza delle notizie e delle dichiarazioni pubbliche, e pone sull'orlo di una crisi di nervi i secessionisti. Prendete il povero Andrea Agnelli, presidente juventino che da vicepresidente dell’ex-neo organizzazione ha rischiato fino all'ora di pranzo del 21 aprile di essere il secondo di due. Parlando nella giornata di lunedì con Corriere dello Spor

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