«Va applicato quanto prima e se possibile implementato il memorandum europeo che destina 100 milioni alla Tunisia per affrontare questa crisi migratoria. Tutta l'Italia si sta caricando un peso che dovrebbe essere dell'intera Europa, e stiamo lavorando nella Ue per questo».

Ha detto così, al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo a una domanda sull’emergenza sbarchi, più che raddoppiati rispetto ai primi sette mesi del 2022. «Il ministero dell'Interno - ha aggiunto - sta provvedendo a una più equa redistribuzione dei migranti, ma abbiamo anche intenzione di inserire meccanismi più stringenti ed efficaci per i rimpatri di chi non ha diritto di essere accolto. Lo faremo prestissimo».

Sugli extraprofitti imposti dal governo alle banche (salvo poi compiere una mezza inversione a U) «non parlerei di scontro ma di diverse posizioni. Con la premier parlo quasi quotidianamente, non c'è un problema di stabilità di governo, ma di idee non sempre coincidenti. Per noi c'è da modificare il decreto, sui tre punti fondamentali: tutelare le banche del territorio, prevedere un prelievo una tantum e che ci sia deducibilità del contributo. Non cambiamo idea e ragioneremo su come fare».

Orizzonte europee

Ma nell’intervista si guarda anche alle elezioni europee. Rispetto invece ai movimenti dei partiti centristi, Tajani afferma: «Il centro siamo noi. Non ci servono altri generali, FI rappresenta il popolarismo in Italia e in Europa col Ppe, io sono vice presidente».

Alle Europee «non è assolutamente in dubbio che FI si presenterà col proprio simbolo e con il nome di Berlusconi e il richiamo al Ppe. Non chiederemo un abbassamento della soglia sotto il 4 per cento. Se personalità vogliono aggiungersi anche come indipendenti possiamo parlarne. Ma FI resta e resterà, non diventerà un taxi per nessuno».

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