La richiesta di amministrazione giudiziaria da parte del pm Paolo Storari. La tesi dei magistrati meneghini: «Sfruttamento lavorativo» della filiera produttiva e «mancati controlli» su appalti e subappalti
Un «pesante sfruttamento lavorativo» ai danni di persone di nazionalità cinese pagate 2,75 euro all’ora e «in condizione di para schiavitù». Ma anche «carenze organizzative» e «mancati controlli» per agevolare appaltatori e subappaltatori della filiera produttiva. Per tutti questi motivi la procura di Milano, che ha sventato «prassi illecite» realizzate dalle subfornitrici della società, ha chiesto l’amministrazione giudiziaria per Tod’s, il colosso delle pelletterie guidato da Diego e Andrea Della Valle.
La richiesta del pm Paolo Storari è indirizzata ai giudici della Cassazione che deciderà il prossimo 19 novembre sull’aspetto della competenza territoriale: dovrà occuparsene Milano o Ancona?
Intanto la società, nel cui board siede pure Luca Cordero di Montezemolo, non risulta formalmente indagata nel fascicolo dei magistrati che stanno coordinando il lavoro dei carabinieri meneghini.
Ma la vicenda che riguarda la celebre azienda rientra appunto nelle inchieste sul caporalato e gli opifici cinesi utilizzati nell’alta moda italiana: nelle scorse settimane il marchio Loro Piana era infatti finito anch’esso sotto amministrazione giudiziaria.
Le carte su Tod’s
Secondo i pm gli accertamenti compiuti sulla società hanno «fotografato un fenomeno dove due mondi – solo apparentemente distanti – quello del lusso da una parte e quello di laboratori cinesi dall’altra, entrano in connessione per un unico obiettivo: abbattimento dei costi e massimizzazione dei profitti attraverso elusione di norme penali giuslavoristiche». I magistrati continuano: «Quel che emerge dalla attività investigativa è che in Tod’s spa vi è una sorta di cultura di impresa, cioè un insieme di regole, un modo di gestire e di condurre l’azienda, un contesto ambientale intessuto di convenzioni anche tacite, radicate all’interno della struttura della persona giuridica, che hanno di fatto favorito la perpetuazione degli illeciti. Nel corso delle indagini, infatti, si è disvelata una prassi illecita così radicata e collaudata, da poter essere considerata inserita in una più ampia politica d’impresa diretta all’aumento del business».
LA REPLICA
Tod's «non può che ribadire di rispettare tutta la normativa vigente, ivi compresa quella che regola il mondo del lavoro, e che i propri ispettori eseguono controlli costanti nei confronti dei laboratori che Tod's seleziona e utilizza», sottolinea in una nota il gruppo di lusso guidato da Diego Della Valle.
I laboratori, ribatte l'azienda, «che sono visitati regolarmente dai nostri responsabili, sottoscrivono, prima di cominciare a operare con il Gruppo, accordi che tutelano la qualità dell'ambiente di lavoro e le condizioni dei dipendenti che vi operano, nonché, ovviamente, il rispetto dei contratti nazionali di lavoro». A ciò si aggiunge che gli stabilimenti Tod's «sono considerati un'eccellenza mondiale in fatto di tutela ambientale e servizi sociali atti a migliorare la vita quotidiana di chi ci lavora».
Quindi, «convinti di questa posizione, nei prossimi giorni prenderemo visione delle carte dei procedimenti in essere e forniremo tempestivamente tutti i necessari chiarimenti atti a dimostrare la nostra totale estraneità», conclude l'azienda.
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