Il gup di Siena ha condannato per tortura e lesioni aggravate dieci agenti della penitenziaria in servizio nel carcere di Ranza a San Gimignano. Le pene disposte dal magistrato vanno da due anni e tre mesi a due anni e otto mesi. Le richieste del pm erano state di tre anni per otto agenti, due per un altro e di 22 mesi per il decimo. I dieci agenti avevano scelto la strada del rito abbreviato dopo essere stati accusati del pestaggio di un detenuto durante un trasferimento coatto di cella avvenuto a ottobre 2018. Si tratta di una delle primissime condanne per torture in Italia. Per gli stessi reati sono stati rinviati a giudizio altri cinque agenti. 

Cosa è successo?

L’11 ottobre 2018, quindici agenti erano stati chiamati per trasferire un 31enne tunisino da una cella all'altra del carcere di San Gimignano. Durante il passaggio in corridoio i membri delle forze dell’ordine avrebbero però picchiato e insultato il detenuto minacciandolo così tanto da indurlo al silenzio. Di fronte alle domande degli operatori per una vistosa ferita sul sopracciglio, l’uomo aveva infatti sostenuto di essersi provocato l’escoriazione cadendo da solo dentro la cena. La spiegazione non aveva però convinto il personale che grazie alla collaborazione dei detenuti aveva fatto partire un’indagine su quanto avvenuto.

La solidarietà di Salvini

Nella vicenda era intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che come nel caso delle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, si era recato nel carcere per manifestare la sua solidarietà agli agenti indagati dicendo: «Tra guardie e ladri sto sempre dalla parte delle guardie». In un’intervista a Domani, il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella, aveva criticato l’atteggiamento del leghista e aveva chiesto al ministero della Giustizia di costituirsi parte civile nel processo.

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