I malumori per la presenza della «figlia del fascista francese». I militanti in fuga. Le strategie degli ex big. Il raduno annuale è solo una vetrina di pacche sulle spalle. Sotto il pratone cova l’opposizione a Salvini. Senza leader
La festa di Pontida, i sorrisi dei 15mila militanti sul pratone e le pacche sulle spalle tra i dirigenti nel backstage non devono trarre in inganno. E neppure gli applausi per Marine Le Pen, portata qui da Salvini sul sacro prato dell'indipendentismo leghista. Lei che guida il partito più nazionalista e centralista di Francia. Nei giorni che hanno preceduto il raduno, circolava sulle chat di leghisti del nord fuoriusciti, o quasi, un volantino degli anni Novanta: «È fascista come i partiti di



