Venerdì è stato l’86esimo giorno dall’invasione dell’Ucraina. La situazione in Donbass continua a peggiorare per gli ucraini. La regione è diventata un «inferno», ha detto il presidente ucraino Zelensky. Nel frattempo, anche gli ultimi difensori della città di Mariupol si sono arresi ai russi. Lunedì è attesa la sentenza del primo processo per crimini di guerra ad un soldato russo, mentre il New York Times ha pubblicato nuovi video e testimonianze che documento l’uccisione di un gruppo di civili nella città di Bucha.

L’inferno del Donbass

La situazione dell’esercito ucraino nella regione orientale del Donbass è sempre più precaria. La città di Severodonetsk, la più grande della regione ancora sotto controllo ucraino, è quasi completamente circondata. Le forze armate ucraine fanno sapere che i russi continuano ad avanzare in modo lento e metodico, soprattutto grazie a un massiccio utilizzo dell’artiglieria, un’arma nella quale hanno ancora un notevole vantaggio sugli ucraini.

Funzionari della Difesa americana hanno criticato la qualità dell’artiglieria russa, così come stanno facendo diversi blogger e analisti militari russi. Gli ucraini però sostengono che il semplice volume del fuoco russo li sta costringendo a una lenta ritirata. Venerdì, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha detto che la regione di Luhansk, che insieme a quella di Donetsk forma il cosidetto bacino del Donbass, è stata «quasi completamente liberata». Prima dell’invasione, i cosiddetti separatisti filorussi occupavano circa due terzi della regione.

Aiuti Usa

Ieri il Senato degli Stati Uniti ha dato il via libera definitivo al nuovo pacchetto di aiuti destinato all’Ucraina da 40 miliardi di dollari. Si tratta di una cifra pari a sette volte la spesa militare ucraina nel 2021. Il Pentagono ha fatto sapere che le consegne di armi procedono a ritmo sostenuto. In particolare, in Ucraina stanno arrivando nuovi obici per contrastare l’artiglieria russa.

I prigionieri dell’Azovstal

Sono arrivati a 2mila i soldati ucraini che si sono arresi ai russi nella città di Mariupol, dove i combattimenti sono cessati lo scorso 16 maggio. Tra loro c’è anche Dmytro Kozatskyi, un soldato che nell’ultimo mese ha fotografato la vita dentro l’acciaieria Azovstal, l’ultima roccaforte degli ucraini in città. Prima di arrendersi, Kozatskyi ha pubblicato su internet una cartella condivisa con tutte le sue fotografie chiedendo che vengano inviate a concorsi giornalistici.

«Se dovessi vincere qualcosa, sarà una bella sorpresa al mio rilascio», ha scritto. Kozatskyi al momento si trova probabilmente in un campo di prigionia russo in territorio ucraino. Non è chiaro quanti ucraini si trovino ancora nello stabilimento. Ieri mattina il comandate del reggimento ultranazionalista Azov Denis Prokopenko, che si trovava ancora dentro l’Azovstal, ha pubblicato un video in cui dice che il governo di Kiev ha ribadito l’ordine già emesso lunedì di cessare i combattimenti.

Il processo Shishimarin

Lunedì, il tribunale di Kiev annuncerà la sentenza di Vadim Shishimarin, il primo soldato russo a essere messo sotto processo per crimini di guerra in Ucraina. Shishimarin, 21 anni, è accusato di aver ucciso un uomo di 62 anni disarmato vicino Kiev nel mese di marzo. Questa settimana Shishimarin si era dichiarato colpevole e aveva spiegato di aver sparato perché minacciato dai suoi commilitoni.

In un confronto con la vedova dell’uomo ucciso, Shishimarin ha chiesto di essere perdonato. Nella sua deposizione ha detto che accetterà qualunque punizione gli sarà inflitta. Il suo avvocato ha detto ai giudici che Shishimarin non ha ucciso in modo premeditato. «È stata l’esecuzione di un ordine», ha spiegato, e per questo il soldato andrebbe assolto. Al momento, Shishimarin rischia l’ergastolo.

Nuove prove di crimini russi

Il New York Times ha pubblicato una serie di nuovi video e testimonianze che mostrano come un gruppo di paracadutisti russi ha ucciso almeno otto civili ucraini a Bucha, la città a nord di Kiev dove sono stati scoperti i corpi di numerosi civili, molti dei quali uccisi in quelle che appaiono essere delle esecuzioni a sangue freddo. In uno dei video pubblicati si vedono otto civili ucraini muoversi rapidamente sotto scorta di un gruppo di soldati russi.

I corpi delle stesse otto persone compaiono in un video girato successivamente da un drone. Sono ripresi accatastati in un cortile accanto a un edificio presidiato da soldati russi. Il governo ucraino dice che i corpi di oltre mille civili, molti dei quali con segni di torture, sono stati trovati nelle città alla periferia di Kiev liberate all’inizio di aprile.

 

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