II presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato papa Francesco per l’organizzazione della Via Crucis lo scorso venerdì 15 aprile, quando a Roma hanno sfilato due donne, una cittadina ucraina e una russa. «Due persone che sfilano con la bandiera russa e ucraina insieme in questo momento non lo possiamo accettare», ha detto il presidente ucraino durante la registrazione del programma Porta a porta. Quella russa, ha spiegato, è «la bandiera sotto la quale ci stanno uccidendo». Nel corso della cerimonia, però, non erano presenti bandiere, né della Russia, né dell’Ucraina.

L’intervista

Zelensky è intervenuto al programma di Rai1 registrato nel pomeriggio di ieri. «Ho grande rispetto verso il pontefice», ha detto al conduttore Bruno Vespa che lo stava intervistando. «Quando il papa prega per l'Ucraina, fa quello che può fare una persona di fede, pregare affinché Dio aiuti. Siamo molto grati e c’è molta fiducia verso di lui», ha aggiunto il presidente.

Zelensky ha invece criticato papa Francesco per la scelta di far partecipare alla Via Crucis due donne, un’infermiera russa e una ucraina. Le due hanno trasportato insieme la croce per un tratto della processione, un gesto ritenuto simbolico della fratellanza tra i popoli nonostante le guerre intraprese dai loro governi.

Il gesto era già stato criticato, ad esempio dall’arcivescovo di Kiev Svjatoslav Sevchuk e dall’ambasciatore ucraino presso la Santa sede Andrii Yurash che aveva parlato di «preoccupazione» per «l’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la croce durante la Via Crucis».

Zelensky è stato più preciso nella sua critica, attaccando in particolare un dettaglio della celebrazione, che però non si sarebbe verificato: lo sfoggio di bandiere dei due paesi. Quando il papa, ha detto Zelensky a Porta a porta, «ha fatto vedere due persone che portavano due bandiere, quella russa e quella ucraina, come se ci fosse amicizia noi non abbiamo potuto accettarlo, mi dispiace. Quella bandiera è quella sotto cui ci stanno uccidendo», ha proseguito. «È difficile da capire, lo so. Oggi la bandiera russa per noi significa solo occupazione. Non so come spegnere questa associazione. Serve tempo per far cessare questa associazione mentale». Ma anche da un riesame dei filmati di quel giorno non risulta che fosse presente alcuna bandiera alla processione.

Crimea e Draghi

Zelensky ha poi parlato della questione della Crimea, la penisola occupata dalla Russia nel 2014 e che è ritenuta uno dei punti più delicati del negoziato. «Non ho mai parlato di indipendenza della Crimea e non riconosceremo mai la Crimea come parte della Federazione russa», ha detto Zelensky. «Anche prima della guerra la Crimea aveva la sua autonomia. Ha i suoi diritti, il suo parlamento, ma è sempre stato territorio ucraino, è la repubblica autonoma della Crimea facente parte dell’Ucraina».

Il presidente ucraino ha risposto anche alle parole del presidente del Consiglio Mario Draghi, che mercoledì, da Washington, aveva detto che la guerra sta volgendo a favore dell’Ucraina. «Draghi ha ragione – ha detto Zelensky – possiamo vincere. Ci serve sostegno costante, allora possiamo farlo».

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