L’avvio dei prossimi processi è solo questione di tempo, e ormai hanno tutte le istituzioni contro di loro.  Alle 11:30 sette persone legate alla campagna Non paghiamo il Fossile, promossa da Ultima Generazione, hanno versato carbone vegetale diluito in acqua nella Fontana di Trevi per chiedere di interrompere immediatamente i sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili, poi, si sono buttati dentro la fontana, e hanno agitato striscioni contro gas, petrolio e carbone.

La polizia li ha tirati fuori di peso. Nel comunicato che hanno diramato subito dopo, gli attivisti hanno ribadito il loro no alla deriva fossile: «Causa della crisi climatica che in questi giorni ha investito l’Emilia-Romagna e le Marche, devastandone il territorio, mietendo 14 vite, costringendo 10.000 persone ad abbandonare le proprie case e lasciando senza luce altre 28.000». 

Alla luce dei recenti processi - è cominciato la settimana scorsa quello per aver imbrattato il Senato, e proseguirà la prossima quello in Vaticano per essersi incollati al basamento del Laocoonte – sanno già quello che li aspetta. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha già fatto sapere che il ministero si costituirà parte civile. Ha appreso dell’ultima azione mentre si teneva un incontro al ministero sulla Romagna.

Il ministro, accompagnato dai Direttori generali Musei, Massimo Osanna, e Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Luigi La Rocca, si è recato sul posto per verificare i danni e poi si è confrontato con il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in una successiva conversazione telefonica. Entrambi hanno fatto costituire come parte civile ministero e Comune per il processo relativo a Palazzo Madama. «Quello degli attacchi ai monumenti da parte degli eco-vandali – ha detto il ministro -sta diventando un rituale stanco che, purtroppo però, ha un costo economico per i cittadini e forse provoca anche danni».

Gualtieri ha specificato che serviranno 300mila litri d’acqua per cambiare l’acqua.

E ancora: «Basta con queste assurde aggressioni al nostro patrimonio artistico».

La disobbedienza

Foto di Alessandro Penso
Foto di Alessandro Penso

Mattia, di 19 anni, racconta di aver deciso «di fare disobbedienza civile perché la tragedia orribile vissuta in questi giorni in Emilia Romagna è un’avvisaglia del futuro nero che attende l’umanità, fatto di siccità alternata ad alluvioni sempre più frequenti e violente».

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, stiamo per superare la soglia dell’aumento delle temperature di 1,5 gradi avverte: «Questo significa che i nostri figli potrebbero morire di fame e di sete. E che potremmo essere in tempo per vederlo. Secondo la Banca d’Italia, per di più, una casa su quattro è a rischio alluvione in Italia, con danni stimabili in 3 miliardi ogni anno».

L’unica possibilità per evitare che accada, scrivono in ognuno dei loro comunicati, è fermare le emissioni legate ai combustibili fossili e loro dicono di essere pronti a qualunque manifestazione pacifica: «Il nostro governo, invece, continua imperterrito a regalare all’industria del fossile finanziamenti pubblici per decine di miliardi di euro ogni anno». Non è una questione generazionale: «Noi abbiamo deciso di ribellarci a chi ci sta condannando a morte. E invitiamo genitori, nonni, fratelli e figli preoccupati a unirsi a noi».

L’elenco delle colpe del Governo italiano messe in fila da Ultima generazione, oltre al sostegno alle fonti fossili, va dal taglio delle risorse alla difesa del suolo, al ritardo del piano per l’adattamento ai cambiamenti climatici e infine anche il progetto del ponte sullo Stretto.

Il piano per i monumenti

Dopo i disegni di legge in corso di approvazione messi in campo da governo e parlamento per punire più duramente le loro manifestazioni, la Regione Lazio starebbe pensando a «un piano speciale» per la sicurezza dei monumenti. Per Luisa Regimenti, assessora al Personale, Sicurezza urbana, Polizia locale ed Enti locali, siamo di fronte a «una escalation preoccupante che va fermata con un piano di sicurezza per i monumenti e le opere d'arte più a rischio di Roma e del Lazio». Le manifestazioni degli attivisti, prosegue l’assessora, non hanno «nulla a che vedere con la causa ambientale».

Ma Ultima generazione replica: «Anche oggi il carbone vegetale e i corpi dei cittadini terrorizzati non hanno danneggiato alcun monumento, mentre è già iniziata la conta dei danni al patrimonio culturale nell’Emilia-Romagna devastata dall’alluvione». 

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