Il Codice di giustizia federale continua a sancire il divieto per i tesserati «di avere interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana». Eppure continua a succedere, ma in Serie A non ci sono squalifiche. In C sì
Il passo di chi va al patibolo, il capo chino, l’espressione contrita del volto, le mani che chiedono scusa: scene da una figuraccia, da una sconfitta, a volte anche solo da un pareggio (la Juventus contro il Venezia, nemmeno troppo tempo fa), scene di una manciata di ragazzi nel fiore degli anni che, quando un risultato non arriva, si avvicinano a una curva dello stadio convinti – chissà poi perché, se il loro hanno provato a farlo – di dover chiedere perdono, accettando di farsi insultare, min



