Cinecittà, un altro appalto all’ex società di Cacciamani

«Celebrating Connections, che abbiamo voluto portare a Berlino, mira a dare la possibilità ad attori giovanissimi di dimostrare il loro straordinario talento davanti a ospiti arrivati da ogni parte del mondo». È la sottosegretaria Lucia Borgonzoni a esprimere entusiasmo per l’evento organizzato, su sua iniziativa, dal ministero della Cultura e da Cinecittà. Per l’evento, tanto caro alla numero due del dicastero di via del Collegio Romano, è la One More Pictures a ottenere proprio da Cinecittà un affidamento diretto di importo pari a 75mila euro, aggiudicato a febbraio 2024. In particolare, come emerge dai documenti letti da Domani, la One More Pictures si è occupata di realizzare il «concept creativo» e «la produzione del format». All’epoca, a capo di One More Pictures, c’era Manuela Cacciamani: la professionista molto vicina ad Arianna Meloni che, cinque mesi dopo, diventerà amministratrice delegata dell’azienda pubblica, braccio operativo del Mic. E, cioè, di Cinecittà, sua ex stazione appaltante. Cinecittà, ciak dei pm. Indagine sui film di Costanzo e Virzì In base a quanto appreso da questo giornale, l’affidamento in questione, che porta la firma del rup Claudio Ranocchi, è finito sotto la lente dei pm di Roma che negli ultimi mesi hanno delegato agli uomini della Guardia di finanza diversi accertamenti su alcune società attive nel campo cinematografico e sulle loro produzioni: sotto la lente dei magistrati capitolini ci sono la regolarità nell’utilizzo degli sgravi pubblici e nelle procedure relative a gare e ad appalti. Anche la One More Pictures, di cui Cacciamani è stata proprietaria fino a giugno dello scorso anno, risulta sotto la lente dei pubblici ministeri che sul tax credit hanno aperto ben cinque fascicoli e disposto recentemente attività di acquisizioni di atti sia nella sede di via Tuscolana di Cinecittà sia in quella del gruppo Fremantle. All’attivo ci sono anche accertamenti di Anac, l’autorità nazionale anticorruzione. I 75mila euro di cui la One More Pictures è stata beneficiaria si aggiungono agli importi di altri due affidamenti diretti del 2023, che la srl ha ottenuto, nello stesso anno, sempre da Cinecittà per le campagne Cinema estate e Solo al cinema. Si tratta, come rivelato dal Fatto Quotidiano, di importi pari a 300mila e a 350mila euro. Contattata da Domani, Cacciamani ha ribadito che «tutte le commesse affidate da Cinecittà alla One More Pictures sono state richieste e sottoscritte dal mio predecessore e si sono concluse tutte prima della nomina in Cinecittà: sono estranea alle procedure di assegnazione». La manager specifica, inoltre, che i «contratti sono stati saldati prima dell’arrivo in Cinecittà» e che, una volta diventata ad, «non ha svolto alcuna nuova attività, non ha completato attività pregresse, non ha incassato alcun bonifico». Cinecittà, l’ad Cacciamani ha ceduto la sua società all’ex per soli 47mila euro Le verifiche dei pm però continuano. Non solo su One More Pictures. I magistrati, come già raccontato da Domani, hanno chiesto verifiche anche su tre film d’autore: L’immensità (2022) di Emanuele Crialese, Siccità (2022) di Paolo Virzì, Finalmente l’alba (2023) di Saverio Costanzo. Il timore degli inquirenti è che le produzioni possano aver beneficiato degli sgravi da tax credit in maniera irregolare. Se nessuno, al momento, risulterebbe indagato, dal parlamentare dell’M5s Gaetano Amato arriva l’invito rivolto a Borgonzoni: «Vada a raccontare tutto ciò che sa alla guardia di finanza: su Cinecittà e sui tax credit agli amici degli amici». Profondo rosso a Cinecittà: buco da 11 milioni di euro. L’ad: «Ereditato perdite», ma i conti non tornano