Inchiesta finanziata dai lettori / Carcere inferno quotidiano

Un contenitore che marcisce. Così è il carcere bollente in estate

  • Oltre alle zanzare, nelle celle dilagano blatte e acari. I detenuti vengono colpiti dalla scabbia, docce e ventilatori sono pochissimi. A Milano e Napoli si sono verificate proteste, il caldo straziante aumenta anche i casi di suicidio.

  • Aprire le finestre serve a poco: le strutture carcerarie, vecchie e fatiscenti, moltiplicano l’afa estiva. L’aria è stantia, l’umidità imperversa e gli odori ristagnano. Le alte temperature associate ad elevati valori di umidità favoriscono il diffondersi di muffe e acari.

  • Anche la doccia è un lusso per la maggioranza dei detenuti: il 58 per cento delle celle nelle galere italiane ne è privo, malgrado il regolamento del 2000 desse tempo cinque anni al sistema carcerario per dotare di docce tutte le celle delle strutture penitenziarie. A Opera una sezione di 54 persone dispone di quattro docce, una delle quali è rotta. Le pareti circostanti sono ricoperte di muffa.

Entrare in un carcere ad agosto è un’esperienza straniante. I lunghi corridoi in genere trafficati appaiono spogli e silenziosi. Gli agenti penitenziari sono avvolti da una nuvola di sopore, qualcuno sonnecchia sulla sedia, qualcun altro ascolta la radio per tenersi sveglio. L’impressione generale è che la svogliatezza e l’incuria, quelle che incombono sugli ambienti carcerari durante tutto l’anno, ad agosto prendano definitivamente il sopravvento. La scuola carceraria durante la pausa estiv

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