Non ci sono certezze sulla causa scatenante della morte di Camilla Canepa, uccisa a 18 anni da una trombosi cerebrale all’ospedale San Martino di Genova. Il 25 maggio aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca, partecipando a un open day, e la sua scelta ha portato a un nuovo scontro di opinioni sul vaccino.

Oggi si è scoperto che la ragazza era affetta da una carenza di piastrine – detta piastrinopenia o trombocitopenia – di natura autoimmune, inoltre stava portando avanti una terapia ormonale, era affetta da cisti ovarica e assumeva due farmaci, uno a base di estrogeni e l’altro a base di progestinici. Le circostanze hanno gettato una nuova luce su una fatalità raccontata finora come conseguenza diretta di effetti avversi del vaccino.

Il collegamento

Le piastrine sono fondamentali per la coagulazione del sangue. La trombocitopenia immunitaria, spiega il manuale Msd, è in genere causata dallo sviluppo di un autoanticorpo che comporta la distruzione delle proprie piastrine. Al momento non esistono evidenze che possa aver influito sulla morte della ragazza. Un documento ufficiale dell’Aifa pubblicato il 26 maggio dal titolo “Complicazioni tromboemboliche post-vaccinazione” dice che al momento è «impossibile identificare dei fattori di rischio da cercare nella popolazione generale», e anche nel caso di patologie inerenti la coagulazione del sangue «si può stimare che siano presenti nel 5-6 per cento della popolazione generale».

Dunque molte persone vaccinate con AstraZeneca, circa 5-6mila ogni 100mila soggetti, sono portatrici o portatori di queste anomalie coagulative, «il che contrasta evidentemente con l’estrema rarità delle più gravi complicazioni trombotiche osservate (trombosi dei seni venosi cerebrali e/o del distretto splancnico)». Anche sulla relazione con l’uso di farmaci ormonali non c’è nessuna evidenza chiara. La stessa interpretazione infatti «può essere data anche nel caso in cui siano presenti fattori di rischio, come ad esempio l’assunzione di estroprogestinici, che in Italia sono utilizzati da circa 2.300.000 donne. È noto da tempo che questi farmaci aumentano il rischio di circa 4 volte in tutte le donne, con qualche differenza a seconda dei vari tipi di composti».

La compresenza

Finora è stata rilevata solo una compresenza. L’Aifa nello stesso report certifica: «Sono stati accertati rari casi di eventi del tutto peculiari, caratterizzati da trombosi dei seni venosi cerebrali (Tsvc) e/o trombosi delle vene splancniche, spesso associati alla presenza di trombi in sedi multiple e a piastrinopenia, con emorragie gravi e talvolta segni di coagulazione intravascolare disseminata (Cid)». E aggiunge che «questi eventi sono stati osservati quasi esclusivamente entro circa tre settimane dalla vaccinazione in soggetti sani con età inferiore a 60 anni, prevalentemente donne». Ma già l’8 aprile sempre l’Aifa segnalava: «L’Ema ha esaminato i casi di trombosi avvenuti in combinazione con trombocitopenia e, in alcuni casi sanguinamento, nelle persone che hanno ricevuto Vaxzevria (precedentemente denominato vaccino Covid-19 AstraZeneca)». Casi che comunque restano rarissimi.

La fondazione Umberto Veronesi spiegava il 24 aprile: «I rari casi di trombi e piastrinopenia rilevati in persone vaccinate, sono problemi della coagulazione molto particolari e insoliti». La trombosi descritta è uguale a quella che ha colpito la ragazza, ovvero «a livello cerebrale, trombosi cerebrali del seno venoso» e «si sono verificati in un piccolo numero di casi in tutto il mondo di soggetti vaccinati con Vaxzevria e con Johnson&Johnson».

Il caso Canepa

Oltre ad aver escluso gli under 60, il governo sarà più specifico sulla somministrazione. Per adesso in alcune schede prima della vaccinazione si chiede di segnalare se il paziente abbia o malattie autoimmuni, ma variano da regione a regione. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che «continueremo a usare il vaccino AstraZeneca secondo le indicazioni del Cts che tradurremo sui territori». La procura di Genova intanto indaga sulla morte di Canepa per omicidio colposo a carico di ignoti. Al momento i carabinieri del Nas su incarico dei magistrati hanno acquisito le cartelle cliniche dell’ospedale di Lavagna, il primo al quale la giovane si era rivolta lo scorso 3 giugno al presentarsi dei primi sintomi, e del San Martino di Genova dov’è stata ricoverata il 5 giugno e poi sottoposta a due interventi neurochirurgici nella speranza di poterla salvare.

I Nas stanno acquisendo anche la documentazione relativa all'anamnesi pre-vaccino, l’obiettivo è quello di chiarire se le condizioni di salute siano state indicate in fase di anamnesi prima della somministrazione e come eventualmente siano state valutate.

I genitori hanno autorizzato l'espianto degli organi, cinque, che andranno ad altrettante persone.

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