Il generale Roberto Vannacci è stato sospeso dall’impiego per 11 mesi «con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio». Lo ha detto all’Agi l’avvocato Giorgio Carta, difensore di Vannacci che ha già annunciato un «immediato ricorso al Tar Lazio».

Il provvedimento disciplinare è arrivato al termine di un’indagine interna avviata nei mesi scorsi dal ministero della Difesa dopo la pubblicazione del libro “Il mondo al contrario”, che divenne un caso politico con la vendita di oltre 200mila copie.

Sul caso è intervenuto immediatamente il vicepremier Matteo Salvini: «Un’inchiesta al giorno, siamo al ridicolo, quanta paura fa il Generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le forze armate e le forze dell'ordine, viva uomini e donne che ogni giorno difendono l'onore, la libertà e la sicurezza degli Italiani», ha scritto su X.

Le motivazioni

Secondo il provvedimento della Difesa, letto dall’avvocato, il libro scritto dal generale «avrebbe asseritamente denotato carenza del senso di responsabilità» e determinato una «lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza armata», «compromettendo il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell'ambito della compagine militare».

Le inchieste

Nell’ultima settimana Roberto Vannacci è stato indagato dalla procura militare per peculato e truffa. L’indagine sarebbe partita da un’informativa interna al ministero della Difesa che ha riscontrato «criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e nelle richieste di rimborso depositate» mentre Vannacci ricopriva l’incarico di addetto militare a Mosca dal 7 febbraio 2021 al 18 maggio 2022.

Il documento, giunto al termine di un’ispezione interna che aveva l’obiettivo di verificare la gestione amministrativa del quinquennio, formula tre contestazioni. A Vannacci, secondo quanto riportato nell’informativa, verrebbero contestate «indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio non autorizzate, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non sarebbero stati organizzati».

L’altra inchiesta, invece, è della procura di Roma. I pm hanno aperto un fascicolo per istigazione all’odio razziale per le affermazioni contenute nel libro del generale, Il mondo al contrario. Nei suoi confronti viene contestato il reato di istigazione all'odio razziale. Il procedimento, ancora nella fase delle indagini, sarebbe stato avviato dopo alcune denunce presentate nelle scorse settimane da associazioni. Le associazioni contestano alcune frasi contenute nel libro come quelle secondo cui gli omosessuali sarebbero persone «non normali» e quelle riguardanti le femministe o persone di etnia diversa.

© Riproduzione riservata