Nelle ultime settimane, c’è stata un’impennata vertiginosa di casi di Covid nei giovani sotto i 19 anni, e in particolare nei ragazzi tra i 16 e i 19 anni e nei bambini sotto i 12 anni d’età. Secondo gli ultimi rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità, nei giovani sotto i 19 anni ci sono stati 59.605 nuovi casi, 215 ospedalizzati, 4 ricoverati in terapia intensiva e 1 deceduto tra il 6 e il 19 dicembre scorso; e 105.827 nuovi casi, 399 ospedalizzati, e 6 ricoverati in terapia intensiva tra il 13 e il 26 dicembre. I contagi tra i giovani e i bambini sono cresciuti molto di più che tra gli adulti: il 30 per cento dei nuovi casi di Covid interessa questa fascia di età.

Con l’arrivo del nuovo anno, la situazione pare stia peggiorando. Secondo il rapporto degli ospedali-campione monitorati dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, tra il 28 dicembre e il 3 gennaio, i pazienti ricoverati per Covid sotto i 18 anni sono cresciuti dell'86 per cento. Più grave ancora è il contagio tra i bambini: in una sola settimana, nei quattro reparti di pediatria monitorati, il numero dei bambini ricoverati è raddoppiato, passando da 66 a 123, ed è triplicato quello dei piccoli in terapia intensiva, passato da 2 a 6.

Cosa sta accadendo? Perché i giovani e i bambini si contagiano più degli altri? Perché molti di loro non sono ancora vaccinati e perché si assembrano nelle scuole, luogo ideale per il contagio.

Ma c’è qualcosa di più, per ora solo un sospetto, che però sta diventando una certezza col passare delle ore: questa impennata di nuovi contagi è dovuta al dilagare della nuova variante Omicron, che potrebbe provocare una malattia più lieve negli adulti ma pare colpire specialmente i giovani e i bambini, in qualche caso in modo grave.

I numeri della nuova ondata

Le notizie più preoccupanti arrivano dagli Stati Uniti. Nell’ultima settimana di dicembre nei giovani sotto i 19 anni si sono verificati 325.000 nuovi casi di Covid, la maggior parte dei quali dovuti alla variante Omicron, con un aumento del 64 per cento rispetto alla settimana precedente. In tutte le classi di età, il numero degli ospedalizzati sta toccando vertici mai raggiunti prima.

Secondo i dati del Dipartimento di Sanità del governo, martedì scorso 112.941 cittadini americani erano ricoverati in ospedale per Covid, una cifra superiore al picco di ospedalizzazioni raggiunto durante l’ondata epidemica da variante Delta – 104.000, registrato a settembre- e che si avvicina pericolosamente al picco assoluto della pandemia -142.246, registrato il 14 gennaio 2021.

«Sfortunatamente, ciò è conseguenza dell’arrivo della variante Omicron, che è altamente contagiosa», ha affermato il dottor Vivek Murthy, ministro della Salute statunitense.

In sole quattro settimane Omicron è passato dall’8 al 95 per cento delle nuove infezioni di Covid. Omicron pare tre volte più infettiva di Delta, ha annunciato il Center for Disease Control. E le terapie intensive degli ospedali sono ormai sature: ormai in un ospedale su cinque i letti dei reparti sono occupati al 95 per cento, e in tutto il paese più di un quarto dei ricoverati in terapia intensiva sono pazienti Covid.

Cosa rischiano

Kira Carvalho attends a demonstration in favor of COVID-19 vaccinations for children outside Rio state's Ministry of Health office in Rio de Janeiro, Brazil, Wednesday, Jan. 5, 2022. (AP Photo/Bruna Prado)

Certo, la maggior parte dei malati Covid gravi o in pericolo di vita sono persone non vaccinate o che non hanno fatto la terza dose, ma sta aumentando in maniera preoccupante anche il numero di giovani che sviluppano una malattia grave. In tutti i più grandi ospedali pediatrici statunitensi le ospedalizzazioni da COVID-19 sono quadruplicate nelle ultime due settimane, alimentate dalla variante Omicron, il ceppo più contagioso comparso sinora.

«Con questa variante Omicron stiamo raggiungendo numeri impressionanti - dice Jim Versalovic, capo-patologo dell’Ospedale del Bambino del Texas, che ha sede a Houston – Abbiamo battuto il record stabilito in agosto, durante l’ondata Delta».

L’analisi genomica dei tamponi prelevati dai pazienti pediatrici ha mostrato che il 90 per cento dei pazienti pediatrici è infettato da Omicron.

Negli Stati Uniti, più dell’80 per cento dei giovani non è ancora vaccinato, e più di un terzo dei bambini ricoverati per Covid nelle ultime settimane ha meno di cinque anni, e quindi non può essere vaccinato: ciò potrebbe spiegare almeno in parte il picco di casi.

«A New York, con Omicron stiamo vedendo molti più casi di Covid che nelle ondate precedenti», dice la dottoressa Edith Brancho-Sanchez, dell’Ospedale della Columbia University. «E l’inverno non è ancora passato, perciò il peggio deve ancora arrivare».

La malattia grave

Ma c’è qualcosa di più preoccupante. I pediatri si stanno rendendo conto che Omicron nei bambini provoca una malattia grave con sintomi caratteristici. Gli studi clinici condotti nei vari paesi del mondo paiono suggerire che Omicron negli adulti provochi una malattia più lieve.

In genere gli adulti infettati da Omicron mostrano sintomi quali raffreddore, febbre, tosse, spossatezza, dolori alle ossa, cefalea intensa, confusione mentale, e quasi mai scomparsa del gusto e dell’olfatto, un sintomo che era tipico di Delta; meno spesso che con Delta, l’infezione da Omicron interessa anche i polmoni, provocando una polmonite così grave da richiedere una terapia a base di ossigeno e il ricovero in terapia intensiva.

Ciò accade perché la variante Omicron riesce a infettare con facilità le cellule delle vie aeree superiori, del naso, della gola e dei bronchi, e con maggiore difficoltà quelle degli alveoli polmonari. Ma quel che è un vantaggio per gli adulti può diventare uno svantaggio per i bambini.

Le vie aeree superiori dei bambini sono più strette, perché devono ancora crescere, e se un virus le infetta come fa Omicron l’infiammazione che ne deriva può facilmente occludere il lume e impedire il respiro. Inoltre, i bambini hanno maggiore difficoltà a espellere il muco, perché loro vie aeree sono ancora immature. Perciò spesso nei bambini Omicron provoca il crup, cioè una laringotracheite da moderata a seria, ma fortunatamente non la polmonite.

«Arrivano da noi questi bambini con una tosse sibilante grave, che non riescono a respirare perché hanno una grave infiammazione delle vie aeree superiori, e spesso una bronchiolite, cioè un’infiammazione dei piccoli bronchi», dice la dottoressa Latania Logan, pediatra del Rush Medical Center di Chicago.

«Le pareti delle loro vie aeree sono più molli di quelle dell’adulto, perciò collassano e si occludono più facilmente. Il muco si accumula, e i piccoli non respirano quasi più. Sembrano gravi, ma in genere con due o tre giorni di cortisone l’infezione passa».

Cosa succedendo in Italia

Il numero dei contagi tra i giovani sta aumentando drammaticamente anche in Italia. La dottoressa Annamaria Staiano, presidente della Società Italiana di Pediatria, avverte: «I bambini entrano in ospedale più numerosi, ma vengono dimessi più rapidamente proprio perché le manifestazioni cliniche sono meno severe rispetto alle precedenti fasi del Covid. 

I bambini si presentano soprattutto con naso che cola, laringite, mal di gola e febbricola. Talvolta invece anche questi sintomi sono seguiti da febbre e tosse importante».

Tuttavia, i casi tra i giovani sotto i 19 anni di età sono così numerosi che si cominciano a vedere bambini ricoverati in terapia intensiva con complicanze serie quali miocarditi, nefriti, encefaliti.

Altri medici sospettano che molti di quei giovani e dei bambini infettati da Omicron svilupperanno il Long Covid o la Sindrome Multisistemica Infiammatoria del Bambino (MIS-C), una forma grave di malattia che può dare anche la morte.

Insomma, specie nei giovani Omicron potrebbe subdolamente risparmiare i polmoni, e invece colpire altri organi del loro corpo, provocando miocarditi, encefaliti, e danni gravi.

Ciononostante, secondo un sondaggio Ipsos, solo il 51 per cento dei genitori italiani sono favorevoli a vaccinare i loro figli, e ciò spiega perché siano state somministrate solo 340mila prime dosi, su un totale di 3 milioni e mezzo di bambini. Invece, bisogna vaccinare tutti i giovani, e specialmente tutti i bambini sotto gli 11 anni, e in fretta.

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