Vendeva abiti falsi di lusso tramite un profilo Facebook e Instagram, riuscendo ad avere in due anni un giro di affari da 500mila euro. Una ventenne di Bologna, titolare dell'account 'Follie_di_Lusso' è stata segnalata dalla guardia di finanza. Alla ragazza sono stati contestati i reati di commercio di merci contraffatte e ricettazione, e sono stati sequestrati 90mila euro.

La giovane bolognese, in totale spregio delle norme fiscali e amministrative nazionali che disciplinano le imprese commerciali, sfruttando le regole dell’e-commerce, era convinta che fosse sufficiente allestire, comodamente da casa sua, una vetrina virtuale su un profilo social creato ad hoc e con un nome accattivante, postare quotidianamente centinaia di inserzioni promozionali, tratte qua e là sul web e individuare un fornitore 'affidabile'in Cina per poter conseguire i compensi.

Come funzionava la truffa

La giovane avrebbe iniziato, quasi per gioco, ma poi, visto che la gente comprava, i guadagni c’erano e nessuno la fermava, ha cominciato a strutturare sempre di più la propria attività: nel momento in cui è stato chiesto il lockdown del suo profilo risultavano pubblicati oltre 2.600 post di vendita e avere circa 8.416 followers. Il sistema messo in piedi, nella sua semplicità, era ben congegnato: gli acquirenti virtuali sceglievano l’oggetto del desiderio, iniziava, quindi, la contrattazione del prezzo su chat privata via whatsapp; a seguire, la giovane dopo aver percepito l’importo pattuito, attraverso bonifico o ricariche su carte postepay i cui estremi venivano dati sempre nel corso dello scambio di messaggi, a effettuare l’ordine dal suo referente in terra d’oriente.

La merce, pubblicizzata di alta qualità con la sigla AAA+, veniva spedita direttamente al compratore finale, senza possibilità alcuna di reso. Al momento dell’arrivo della spedizione, ovviamente, le sorprese: merce di pessima qualità, borse e scarpe che puzzavano a causa di coloranti e collanti utilizzati, rifiniture molto approssimative, calzature che dopo il primo uso erano da buttare. Per lei è così scattata la denuncia e il sequestro di circa 90mila euro.

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