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Viaggio nel palazzo “Caravaggio” occupato, dove le famiglie rischiano lo sfratto

«Viviamo con una spada di Damocle sulla testa», dicono gli abitanti di viale del Caravaggio. A Roma sono più di 11.000 le persone, italiane e straniere, che vivono in palazzi occupati, alcuni dei quali sono a rischio sgombero. Medici Senza Frontiere, in collaborazione con la ASL Roma 2, ha implementato la sorveglianza sanitaria che prevede il coinvolgimento diretto delle comunità   

  • «Il giorno in cui hanno sgomberato il cinema Palazzo, in viale del Caravaggio hanno fatto capolino i tecnici di Acea. Ci hanno detto che dovevano controllare i contatori, ma non li abbiamo fatti entrare, perché troppo forte era il sospetto che ci volessero staccare l’acqua e la luce, come hanno provato a fare anche in tutte le occupazioni abitative di Roma».
  • «Siamo in costante interlocuzione con la regione Lazio, che ci ha assicurato che lo sgombero non potrà avvenire, sia perché siamo in piena pandemia, sia perché all’interno delle strutture ci abitano numerosi bambini che hanno meno di 10 anni».
  • L’immobiliarista Angiola Armellini, proprietaria dei palazzi di viale del Caravaggio oggi preme con forza sulla politica, nazionale e capitolina, perché le persone vengano sgomberate. E lo fa in virtù di una sentenza del tribunale civile di Roma che ha riconosciuto il diritto della società proprietaria di rientrarne in possesso.

L’automobile di don Luigi, il parroco della chiesa che si trova nella vicina piazza Caduti della Montagnola, sta andando via. Ha appena consegnato casse di frutta e ortaggi che sono un dono per il Natale da parte degli abitanti del quartiere. «Lui viene sempre, ci aiuta quando abbiamo bisogno. Qui ci si dà una mano tutti, italiani e stranieri allo stesso modo», raccontano alcune delle persone che abitano all’interno, mentre varchiamo la soglia del cancello d’ingresso di uno dei palazzi occupati

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