Si è svolto al Mise in videoconferenza il terzo tavolo Whirlpool, che si è concluso ancora una volta senza riuscire a trovare una valida soluzione contro i licenziamenti dei 350 lavoratori dello stabilimento di Napoli, che la società ha da tempo annunciato. La vertenza è in corso da quando la fabbrica campana è stata chiusa, lo scorso 30 ottobre 2020. 

All’incontro, presieduto dalla viceministra Alessandra Todde, hanno partecipato il ministero del Lavoro, le regioni Campania, Marche, Lombardia e Toscana, Invitalia e le organizzazioni sindacali. A differenza del tavolo precedente, in cui Whirlpool aveva annunciato i licenziamenti a partire dal 1° luglio a meno che non si fosse trovato un compromesso entro quella data, questa volta l'azienda non ha partecipato, di comune accordo con il governo.

«Abbiamo ritenuto opportuno svolgere questo incontro, nonostante avessimo ricevuto dall’azienda la richiesta di posticipare il tavolo, perché é intenzione di tutte le parti coinvolte di avere un confronto il più possibile costruttivo», ha spiegato Todde a margine del tavolo, precisando che il ministero ha ricevuto da Whirlpool l’impegno a non prendere posizioni unilaterali prima del prossimo tavolo, il quarto, fissato per il 14 luglio. (modificato)

L'azienda ha chiesto più tempo per elaborare la richiesta del governo di accedere alla proroga della cassa integrazione per ulteriori 13 settimane, quindi oltre il termine limite del 1° luglio indicatore dai vertici aziendali al tavolo del 23 giugno.

Nel frattempo, ha concluso la viceministra, «stiamo continuando a lavorare senza sosta per trovare una soluzione concreta alla vertenza di Napoli».

La risposta dei sindacati

Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, al termine dell'incontro al Mise, si è augurato che Whirlpool accolga la soluzione proposta dal governo di utilizzare la cassa integrazione – che non viene considerata in ogni caso una soluzione finale – anziché avviare la procedura di licenziamento. «Sinceramente non capiremmo un'eventuale decisione di Whirlpool di non avvalersi di uno strumento gratuito quali le 13 settimane di cassa a sua disposizione, contravvenendo a una risposta unanimi. Si tratterebbe di un'odiosa forzatura», conclude Ficco.

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